Abbiamo parlato con Rosa Chemical, in occasione dell’uscita di “FOREVER AND EVER”.
L’anno scorso, a primavera inoltrata, quando cominciavamo lentamente ad uscire dal letargo indotto dal lockdown nazionale, l’uscita di “FOREVER” di Rosa Chemical, all’anagrafe Manuel Franco Rocati, segnava virtualmente l’entrata nella nuova normalità. Si parlava già da qualche mese di questo artista irriverente e fuori dagli schemi a cui eravamo abituati.
Si faceva fatica, però, a prenderlo sul serio e siamo arrivati impreparati alla poliedricità del progetto che Franco propose.
Mentre aspetto di parlare con Rosa penso a quanto rimasi sorpreso dal valore artistico di un album così, che mi fece chiedere se l’Italia fosse pronta per qualcosa di cosi “diverso”, proposto da un ragazzo di ventidue anni, ai tempi, come me. Vengo riportato alla realtà dal telefono che squilla, scorro con il dito sullo schermo e dopo le presentazioni iniziali, accompagnate da un iconico “Buongiornissimo” di Rosa, passiamo direttamente al vivo dell’intervista.
Faccio notare a Chemical -come se lui non lo sapesse- che mancano poche settimane allo spegnimento della prima candelina, da parte di quel disco che lui definì il suo primogenito. Nella tracklist aggiornata l’album contiene cinque brani in più e quattro nuovi artisti.Voglio però sapere cosa rappresenta per lui questa repack.
““FOREVER AND EVER” è mio figlio che sta crescendo, non è un’altra cosa ma, sicuramente un nuovo inizio musicale, di più facile comprensione; che racchiude una seconda versione di ogni traccia” mi risponde dall’altra parte del telefono.
In risposta alla mia seconda domanda passa, invece, a spiegare la fase che ha anticipato l’uscita del disco, ovvero gli scatti pubblicati su Instagram per annunciare i brani che avrebbero arricchito il progetto originale uscito lo scorso maggio.
“Mi piace curare ogni aspetto, per ogni lavoro che faccio. Mi occupo dell’art direction, la creazione del moodboard e la chiave estetica. Così è stato per questo annuncio basato sull’idea estetica, ogni foto spiega una traccia”.
“britney ;-)” si ispira all’iconico scatto della popstar americana, immortalata nel pieno di un crollo psicologico, rivelando quanto ci sia dietro ad una celebrità che all’apparenza sembra condurre una vita perfetta.
“no love :-)” ha come reference una celebre immagine di Tommy Cash, in cui il rapper estone è intento a mordere una rosa. Chemical vede in questo gesto la distruzione del simbolo dell’amore per definizione.
“polka 2 :-/”, come molti potrebbero aver notato, richiama il presidente russo Vladimir Putin, fiero del suo trofeo di pesca e orgoglioso di dimostrare la sua forza e capacità. In questa immagine Rosa vede l’essenza di “polka”, mi confessa che quello scatto gli ha fatto pensare “cazzo ma questo è lo swag italiano, io sono Putin!”.
“life :-(“ richiama l’opera “Rest Energy” di Marina Abramović, in cui affida la sua vita in mano adun’altra persona, Rosa si rivede in questa scena ed è ciò di cui parla nel brano.
“fantasmi ;-(“ l’idea dietro al visual di questo brano è più allegorica. Franco vede nelle mani intorno al suo volto tutti i fantasmi e le ansie che lo soffocano e provano a tirarlo giù. Mi rivela che è molto ansiogeno e soffre spesso di attacchi d’ansia.
In questa traccia Manuel rivela quanto il percorso non sia stato facile; gli chiedo quindi quale sia stato l’ostacolo più grande e cosa lo intimorisca maggiormente del futuro, in vista anche dei prossimi dischi, solitamente i più complessi da realizzare per un artista.
“Non mi spaventano i prossimi progetti, per i singoli ogni volta ci sembra di non poterci superare, ma di mese in mese siamo riusciti a confermare, e confermarci, che eravamo i grado di fare meglio di quanto già fatto, è quindi una preoccupazione che non ho. Ciò che mi spaventa è la fama, perché quando non ce l’hai è l’unica ambizione, quando arriva però ci si rende conto che non è facile da gestire ed affrontare, soprattutto per una persona sensibile come me.” Mi risponde con tono consapevole.
Quindi continua: “L’ostacolo più grande è stato far capire al mio pubblico la mia essenza; in un paese così bigotto come l’Italia non è facile, in particolare se non si è un rapper standard che piace a tutti. Far arrivare la mia musica cantando con i capelli lunghi e vestito da donna non è da tutti, non tutti hanno il coraggio di farlo.”
Ascolta qui "Fantasmi ;-(":
La sensibilità di Rosa Chemical è una cosa che mi ha sempre colpito: decido di creare uno scenario politico in cui “Franco West” è al governo del nostro paese e, ripercorrendo i fatti degli ultimi mesi e le problematiche che l’Italia ha mostrato di avere, gli chiedo cosa vorrebbe che cambiasse. La cosa lo diverte, ride e poi mi risponde:
“C’è tanto da fare, ripartirei sicuramente dall’educazione al rispetto” inizia lui, “Come avrai visto anche tu in questi giorni, il video di quel subumano che a Roma ha aggredito una coppia di ragazzi omosessuali è qualcosa di assurdo, e in alcun modo giustificabile” prosegue citando il recente fatto di cronaca della capitale. “Ormai siamo abituati a vedere talmente tante cose così che siamo senza parole, io che ho sempre sostenuto e difeso la causa non avevo niente da dire”confessa deluso e frustrato, per poi ripartire con tono più furente, che esprime quanto realmente abbia a cuore la questione.
“Ma di cosa stiamo parlando, non è accettabile che qualcuno possa sentirsi in diritto di aggredire una persona per i suoi gusti sessuali! È come se io vado a picchiare uno perché indossa delle Reebok!” Enfatizza per poi ricomporsi e analizzare la questione più razionalmente, “Io incolpo le generazione precedenti che, per ignoranza e non per cattiveria, sono cresciute ritenendo queste cose sbagliate. Io da presidente attuerei un programma educazionale che parte dalla mia generazione e arriva a quella dei nonni” poi ci ripensa “vabbè no dai i nonni poverini no ahaha, però almeno fino a chi oggi ha circa cinquant’anni” conclude lui.
Io, che sono stato vittima di episodi di razzismo nel corso della mia vita, mi sono fermato spesso a riflettere su quanto tempo ci potesse volere per cambiare determinate dinamiche in Italia, considerando che negli Stati Uniti d’America dopo più di centocinquanta anni il problema del razzismo persiste ancora. Gli chiedo quindi se è d’accordo con la mia teoria, secondo la quale ci vorranno almeno altri due secoli prima che ci possa essere un cambio generazionale sufficiente da eliminare omofobia, razzismo e ogni altro tipo di discriminazione nel nostro paese.
“La mia parte più razionale ti stringe la mano e ti dice che hai ragione” mi risponde, “però il mio lato più sognatore ed ottimista dice NO! Stiamo facendo tanto, noi artisti con la musica e molti personaggi dello spettacolo. Io spero che piano piano questa minoranza di piccole voci possano creare un coro che verrà ascoltato. Se riusciamo a fare gruppo, parlando, invece di rimanere in silenzio, ce la faremo prima di duecento anni.”
Quando finisce di rispondermi, ripenso ai miei viaggi in Europa e alle mie esperienze all’estero e mi rendo conto che l’Italia, rispetto altri paesi, è in triste ritardo su tematiche come omosessualità, femminismo e libertà in generale. Sto pensando ad alta voce però e Rosa mi interrompe, prima che possa formulare la mia prossima domanda, per raccontarmi della sua significativa esperienza di vita nella capitale inglese.
“Io ho vissuto sei anni a Londra, agli antipodi della mia carriera, e lì ho visto molto più rispetto, insieme a quella filosofia di “vivi e lascia vivere”, che in realtà servirebbe a noi. Il mondo fetish, queer, trans e BDSM, che ho avuto modo di approfondire in quel periodo mi ha fatto aprire gli occhi e dato la condizione per dirmi che una volta tornato in Italia non avrei dovuto nascondere queste cose che mi piacciono, e così ho fatto!” Fa una breve pausa e poi si ricorda anche di unaspiacevole esperienza nella City.
"Ti posso dire anche un’altra cosa, a Londra ho vissuto il mio primo episodio di razzismo, che mi ha permesso di capire cosa può provare una persona nera in Italia. Passeggiavo in un parco mentre parlavo con un mio amico, quando un gruppo di ragazzi neri mi si avvicina per farmi brutto, insultarmi e dirmi che dovevo parlare inglese. Mi sono spaventato e sono scappato via!”Il ricordo però lo diverte e ride, sorrido anche io, la sua umanità è coinvolgente e non posso evitarlo".
Riprendo quindi la mia domanda in merito al suo scherzare sull’essere italiano, più italiano dell’Italia stessa e l’utilizzo di questo aggettivo curioso e, per qualcuno, anche fuorviante.
Rosa ride e parte con la spiegazione “Questa cosa va presa molto in chiave ironica, non sull’essere di nazionalità italiana, piuttosto su alcuni tratti caratteristici dell’italiano. Tutti gli aspetti e le contraddizioni che rappresentano l’italiano. Che di base è quello con la pancia e la canottiera sporca di sugo, ma allo stesso tempo il palestrato in fissa con il fitness, che giura fedeltà alla moglie e poi ha la passione per le persone trans. Nel mio gruppo di amici invece lo utilizziamo come fosse un superlativo, per dare ancora più importanza a qualcosa di bello o buono”.
Poi aggiunge: “Non c’è alcun tipo di patriottismo, perché per gli aspetti di cui abbiamo parlato non potrei mai essere fiero di essere italiano, anzi l’Italia per quelle cose la odio un po’, per altre ovviamente no”.
Ci sono delle barre, in “britney”, che attirano l’attenzione di chi le ascolta; ci si chiede quale sia realmente il rapporto di Rosa con le radio, da cosa derivi il suo disinteresse per le emittenti e se la situazione potrebbe cambiare in futuro.
“Non è disinteresse verso le radio. Mi piacerebbe passarci, ma con la mia musica, nata in maniera spontanea e naturale, senza pensare troppo alla creazione di un prodotto radiofonico. A me di base piace essere libero, voglio essere libero di fare quello che voglio, se facendo questo passo anche in radio ben venga.”
In “life” -la traccia che più si presta al passaggio in radio- Rosa dice di adorare la sua vita e chenon vuole tornare indietro, è un artista a 360° gradi e quindi farà realmente sempre musica? Se si dovesse stancare che farebbe?
"Sono sicuro che non farò musica per sempre. Se penso al futuro, facendo una stima, mi do tra i sette e i dieci anni, in cui faccio e penso alla musica 24/7. Poi vorrei darmi all’imprenditoria e qualcosa di più low-profile. Ora mi occupo già di art direction e moda. Il mio sogno è comprarmi un attico a Eindhoven, invecchiare e morire pittore”
Ascolta qui "Life :-(":
Passiamo quindi a parlare di moda, di un ipotetico suo brand e un’eventuale collaborazione con una figura come Alessandro Michele.
“Mi piace curare ogni aspetto, mi sono occupato anche del merch questa volta, con un amico che disegna con me i capi, e lo abbiamo trattato più come brand che semplice maglietta con il nome sopra fatta per guadagnare, senza lasciare niente a chi la acquista. Al momento non posso dire di più, vedrete tutto in futuro.”
Poi aggiunge:
“Io non vedo l’ora di potermi affiancare a figure come Alessandro Michele o Riccardo Tisci, di cui ho apprezzato molto il lavoro fatto con Burberry. Mi piace molto anche Virgil Abloh che con LouisVuitton ha fatto qualcosa di incredibile quest’anno!”.
Mi chiedo se la moda gli piaccia quanto il rap, mi rivolgo a lui e gli domando cosa vorrebbe cambiare nella scena rap, che sembra quasi schifare.
“Non voglio realmente cambiare qualcosa, mi rendo conto di essere io il problema, la pecora nera.
Toglierei un po’ di machismo, quella mascolinità tossica secondo la quale bisogna essere necessariamente il maschio alpha. A me l’arte ha salvato la vita dalle sostanze, nelle canzoni provo a trasmettere il messaggio di libertà consapevole, dico di piangere, di essere artisti, di essere sensibili, di non usare la droga perché fa male. È bello anche dire cagate, fare la musica per divertirsi e basta. Non vengo dalla ricchezza, chi ha vissuto peggio di me ha il diritto di dirlo, com’è giusto che sia. Allo stesso tempo, però, penso che se fai musica ed inizia ad andarti bene devi dire ai ragazzi che si può uscire dalla merda”.
Rosa in effetti si diverte molto facendo musica; l’esempio più vincente ed accurato è Polka, il suo primo disco d’oro, che ha deciso di celebrare con un secondo capitolo insieme a due artisti del calibro di Guè Pequeno ed Ernia.
“La cosa che mi rende più felice è che sono loro ad essere entrati nel mio mondo, senza forzatura e con naturalezza. Io sono Dogo fiero, quindi quando avevo finito Polka 2, ho pensato chi meglio di Guè Albachenko potrebbe parlare di vodke con nomi stranieri e prostituzione. Così anche per Ernia, lui è un altro dei pochi sessi italiani, un sex symbol, e molto affine con Guè. Non potevo scegliere di meglio.”
Ascolta qui “polka 2 :-/“:
Il tempo è passato in fretta, ci salutiamo dopo un’ultima domanda in merito ai suoi progetti futuri per il 2021, sia come Franco che come Rosa Chemical.
“Io spero di riuscire a risolvere i problemi che affliggono la persona Franco, sto lavorando molto su me stesso, sulle problematiche più introspettive. Per quanto riguarda la mia figura artistica, oltre alla voglia di tornare live, spero di migliorarmi. Nel 2021 voglio essere il cambiamento che vorrei vedere fuori.”
Ascolta qui “FOREVER AND EVER”, il nuovo repack di Rosa Chemical: