e come il low profile sia la mossa giusta per valorizzare la propria musica.
« L’uomo più silenzioso nella stanza, che è molto attento, è il più intelligente e il più forte. Sta individuando i punti deboli di tutti gli altri […] è l’ascoltatore. È nella testa di tutti e nella sua, quindi diventa il più abile ».
È con queste parole che esordisce dopo pochi giorni dall’uscita di Please Excuse Me For Being Antisocial, il suo – vero - album di debutto. E con questa affermazione capiamo quanto sia cosciente della sua capacità di sezionare attentamente il mondo che lo circonda, uno dei suoi maggiori punti di forza come artista.
Eredità in parte ricevuta da Kendrick Lamar – come ammette Roddy stesso in un’intervista: «Mi ha insegnato che l’esperienza di vita è una parte importante dell’essere un buon illustratore. Se scrivi di ciò che non conosci non suonerà mai bene perché perderai i dettagli.»
Tecnicamente questo è il terzo album, ma Feed Tha Streets I e II oltre a non avere l’appoggio di una struttura come Warner Music, non ottengono la cassa di risonanza che dovrebbero.
Roddy, prima di quello che è diventato fin ora il più grande successo della sua carriera, ha giocato le carte in modo straordinariamente abile e lungimirante.
Il primo singolo di successo è “Die Young” e arriva a luglio 2018: raggiunge 80 milioni di visualizzazioni su YouTube e circa 120 milioni di stream su Spotify, parlando della violenza nelle strade della sua città, scritta la notte dell’omicidio di XXXTentaction.
Poco dopo partecipa al brano di Marshmello “Project Dreams”, ma è nel febbraio 2019 che collaborando con Nipsey Hussle attua l’isolation play migliore che potesse pensare (oltre a tre nomination ai Grammy).
Da qui le porte delle classifiche Billboard e quindi l’Olimpo degli artisti internazionali si spalancano. Raggiunge la top 40 della Billboard Hot 100 e a giugno, insieme a Mustard, la posizione numero 11. Con PEMFBA debutta in cima e qualche giorno fa “The Box” – seconda traccia dell’album – arriva in vetta alla Hot 100.
Tutto questo in silenzio.
E, tutto questo silenzio, viste le polemiche che hanno accompagnato l’unico altro concorrente in gara per il primo posto Billboard Justin Bieber (con l’incitazione verso i fan di spingere il pezzo “Yummy”) ha fatto si che Ricch diventasse l’incarnazione di quello che la musica dovrebbe essere, quindi in grado di farsi spazio da sola.
Competizione conclusasi comunque con i complimenti di Bieber tramite tweet:
Una strategia rischiosa considerando quanto gli ultimi tempi ci abbiano abituato a pensare che sia possibile ottenere i primi posti delle classifiche solamente con qualche remix ed una challenge virale su Tik Tok.
Roddy ha messo in discussione quello che pare essere l’unico modello di successo perseguibile, vincendo.
L’inizio di questo 2020 non poteva essere migliore.
Rodrick con “The Box”, senza nemmeno un video musicale ufficiale, ha il brano più ascoltato in America.
Per quanto il successo fulmineo sembri accorciare le distanze fra il tempo e la dedizione, Roddy ha alle spalle tanto lavoro; oltre ai precedenti EP ai quali abbiamo accennato prima, ci sono almeno una ventina di featuring con quelli che sono considerati il refresh senza confine degli anni a venire: Yxng Bane, Gunna, Boogie Wit Da Hoodie e Hit Boy, giusto per dirne alcuni.
«Gli hanno dato consigli e in qualche modo gli hanno mostrato come ottenere successo. Sono stati di supporto, come fratelli maggiori.»
In un’intervista Dallas Martin – vicepresidente senior dell’Atlantic Records - pubblicata su Complex, commenta così le prime sessioni in studio di Roddy:
«Ha chiuso in un giorno tre registrazioni convincenti. Non ho mai visto nessun artista entrare qui dentro e registrare così tanto senza avere scuse, senza temporeggiare […] aveva una visione chiara di ciò che voleva, sapeva cosa realizzare e sapeva che suono dare. È una di quelle persone che quando le vedi sai che ci riusciranno perché ce l’hanno, sanno cosa devono fare. Roddy ha sempre voluto fare un album classico e ci è riuscito.»
È stato proprio Dallas a presentarlo agli artisti del management e quindi anche a Meek Mill e Nipsey.
«Non è mai stato grande sui social media o Instagram» continua Martin «ha sempre voluto che tutti si concentrassero sulla musica. Discuteva con tutti i membri del team su quanto non fosse indispensabile pubblicare così tanto e di quanto invece fosse più efficace avere un disco fatto bene.»
Roddy ha quindi preferito non farsi coinvolgere dalle solite distrazioni di un artista con una certa fama. Al di fuori di un arresto nel mese di agosto, in cui tutte le accuse sono state rapidamente ritirate quando il procuratore distrettuale ha ritenuto che non ci fosse alcun merito nel caso, nulla pare essere il cliché del rapper di Compton.
Era il momento giusto per quest’album.
«Dopo l’uscita di Feed Tha Streets II era sotto pressione, ma nonostante questo diceva “Dimentichiamoci del mixtape, buttiamo fuori un album” e io pensavo che non fosse pronto […] mi ha chiesto di incontrarci in studio la sera stessa ed ha suonato sei tracce che non avevo mai sentito. Erano perfette e non ho potuto che dirgli “Si fratello, sei sempre stato pronto per questo momento”.» ha detto Dallas commentando l’ultimo lavoro.
«Sono orgoglioso di lui. Non vedo un artista fare nulla del genere da molto tempo.»
Martin ha fatto nella sua carriera particolare attenzione alle tendenze del settore eppure riconosce quanto sia importante per un emergente raggiungere l’apice del successo commerciale senza troppe distrazioni, rimanendo concentrato sul processo creativo.
«Non ha nessuna ca***ta in testa, non gli piace il falso amore. Vuole persone autentiche e quando gli dimostrerai di essere degno della sua fiducia, si aprirà con te e sarà per forza di cose un successo.»
Forse questa è una delle caratteristiche per le quali dovrebbe contraddistinguersi questo nuovo anno musicale nel nome di Roddy Ricch.
I slept on the floor next to my brother right there / Bed bugs was biting the nigga è una delle prime barre di Ricch che mi rimasero impresse. Quello stesso mood veritiero e umile ha accompagnato tutta la sua crescita fino ad oggi.
Intervistato circa un mesetto fa ha detto: «Non sono lontano da quella roba li (riferendosi agli EP precedenti), ricordo com’era quella m***a. So che le persone ascoltano davvero il messaggio e siedono davanti a me onestamente, capendo che c’è un significato dietro alle esperienze che facciamo. Si può analizzarlo e questo aiuta.».
Roddy attribuisce quindi gran parte del suo successo al ruolo che ha assunto come “portavoce della strada”, ma è ben cosciente che l’esposizione mediatica lo allontanerà dalla quotidianità vissuta fin ora. E negli ultimi testi questo pensiero si fa sentire.
«Sto cercando di creare ricchezza generazionale»
«Quando ero in trincea vivevo molte più cose del genere; ora ho ancora qualche problema familiare, ma non sono mai stato uno di quelli che a fine giornata diceva “Sparagli”. Non riesco a chiudermi in questo mondo, perché se lo facessi non parlerei più di altro e senza ispirazione una persona non è niente.»
Questa mentalità – allineata con personaggi come Mill e lo stesso Hussle o Lamar – valorizzano luoghi e persone.
Dovrebbe diventare il mantra di tutte le decadi a venire.