Perchè è molto di più di un semplice rapper.
150 è il numero di giorni passati dalla morte di Nipsey Hussle.
150 giorni nel quale si è riflettuto sull’importanza dell’artista e sul fatto che un’altra leggenda del rap ci ha lasciati troppo presto.
Ma non è ancora tardi per scoprire il suo mondo e la sua musica.
Per capire le proporzioni della grandezza di questo artista basterebbero solo leggere le parole di Barack Obama o le toccanti frasi di Kendrick Lamar dopo la sua morte. Basterebbe vedere l’affetto della sua comunità il giorno dei suoi funerali.
Ma basterebbe anche solo un pezzo per far capire che Nipsey sul beat era una macchina da guerra e il rap era la sua vita.
Ascolta ora: ”Rap Niggas”
«Quando la maggior parte delle persone vede Crenshaw, il quartiere dov’è cresciuto, pensa a gang, proiettili e disperazione. Nipsey ha visto del potenziale. Ha visto la speranza». L’ex presidente degli USA Barack Obama a proposito di Nipsey Hussle.
Nipsey non era solo un rapper. Era un imprenditore, un visionario. Uno che utilizzava il proprio talento e la propria visibilità per importanti progetti sociali all’interno del suo quartiere. Era un artista carismatico che si era guadagnato il rispetto di tutta la sua comunità grazie alle attività che aveva avviato al suo interno, nel sud di Los Angeles.
Il progetto Too Big To Fail, ovvero un centro di scienza e tecnologia per i giovani che nell’idea di Nipsey rappresentava “un ponte fra la Silicon Valley e le zone periferiche”; il Vector90 – uno spazio di coworking – dove si organizzavano workshop, eventi culturali e corsi di formazione e addirittura un museo, chiamato Destination Crenshaw, in cui viene celebrata la cultura black di Los Angeles e della comunità del Crenshaw, sono solo una parte dei tantissimi progetti che Nipsey portava avanti parallelamente alla sua musica.
La storia del rapporto fra Nipsey e parte del pubblico è quella che ci può essere tra una persona e un proprio parente col quale si è avuto una conoscenza superficiale per tutta la vita. Il tipico rapporto costituito da incontri saltuari e brevi conversazioni. Solo quando viene a mancare, però, scopriamo la necessità di averlo voluto conoscerlo meglio e prendiamo coscienza di aver perso un’occasione per imparare qualcosa e assorbire la sua grandezza.
Ma non è ancora troppo tardi. Nipsey ci lascia in eredità un patrimonio di mixtapes, collaborazioni e l’ultimo acclamatissimo album Victory Lap. Ci lascia il suo messaggio e la sua idea di comunità; ci lascia il suo desiderio di trasformare in cultura e attività sociali un luogo fatto di sparatorie, violenza e disagio.
Perché possono pure uccidere un uomo ma non le proprie idee e il proprio messaggio. E i dischi di Nipsey ci saranno per sempre.