Abbiamo intervistato Nerone, dopo l'uscita di "Maxtape", il suo nuovo progetto.
“Maxtape” non è un mixtape e neanche un album ufficiale, bensì un concentrato di rap, colmo di punchline e rime sfrontate. Il progetto ribadisce che Nerone è uno dei rapper più ispirati in circolazione.
L’attitudine eccellente e la tecnica indistinguibile hanno fissato l’artista milanese come un punto di riferimento credibile e affidabile per tutto il pubblico che ama il rap. Inoltre, i nomi presenti nella tracklist confermano la considerazione di cui Nerone gode nella scena rap italiana. L’abbiamo intervistato per parlare con lui di questo e molto altro.
Incastrarsi nell’agenda di un artista che ha appena rilasciato un nuovo progetto, anche considerando le restrizioni attuali, non è cosa semplice. Max mi risponde al telefono mentre è alla guida, di ritorno da una sessione di autografi, diretto verso il prossimo appuntamento.
Mi immedesimo in lui e mi rendo conto di non volerlo distrarre troppo a lungo. La mia prima domanda è in merito alle influenze ed il processo di realizzazione di “Maxtape”.
Con la tranquillità e la vivacità che lo caratterizzano, mi risponde: “L’intenzione era quella di fare unEP, ci è sfuggita un po’ di mano la situazione e ci siamo trovati a fine anno con 35 brani nel computer, abbiamo dovuto fare una scrematura ed il risultato è stato "Maxtape” conclude.
“Per quanto riguarda le influenze mi rendo conto che siamo usciti dalla nostra zona di comfort.Abbiamo fatto rap, che però non deve essere necessariamente come nel medioevo. Abbiamo ascoltato molti generi diversi, dalla trap al reggaeton. In conclusione abbiamo messo il nostro marchio di fabbrica su tutte le sonorità che ci hanno ispirato nella realizzazione”.
Mi colpisce come parli costantemente usando la prima persona plurale, conscio del fatto che non è solo, ma c’è il lavoro di tutti i suoi colleghi ed amici nella produzione del disco che poi firma con il suo nome.
Proseguo rapido con il prossimo quesito; quanto la pandemia, poco nominata nei testi, ha influito sulla sua scrittura e come l’ha vissuta.
“Ovviamente, come tutti, siamo stati a casa. È stato inevitabile non percepirla, non pensarci invece è un altro discorso. Questo disco mi ha salvato dalla pandemia e noi, di conseguenza, abbiamo voluto salvarlo da essa. Ci siamo salvati a vicenda. Abbiamo evitato di cadere troppo nei pensieri che può causare una situazione simile e sono contento di questo. Mi è dispiaciuto vedere alcuni colleghi soffrirne molto di più, qualcuno ne ha anche approfittato per sfogarsi. Ognuno la vive in modo diverso”.
“Il 2020 non è stato un anno di pausa, quest’ultima è stata indotta più dal bisogno di scrivere molto e bene, per uscire quando saremmo stati pronti. Abbiamo lavorato a molti progetti contemporaneamente, "Maxtape" è solo uno di questi. Gli altri sono ancora in cantiere”.
Voglio entrare più nel dettaglio di questo periodo di gestazione del tape, ripenso a quando uscì “Bataclan”, con Fabri Fibra, e gli chiedo se ai tempi aveva già in mente “Maxtape” o se ha deciso di inserire questo brano a lavoro in corso.
“Non avevo ancora in mente "Maxtape". La strofa di Fibra, quando è arrivata, mi ha motivato tantissimo e dato la voglia di fare più musica possibile. La sua inclusione nel disco era d’obbligo, per l’importanza che ha Fabri per me. L’avrei messa dentro anche se l’album fosse uscito tra due anni”.
Ma quindi quando ha deciso di realizzare “Maxtape”?
“Quando avevamo realizzato ormai dieci pezzi convincenti. Ci siamo guardati e abbiamo capito che eravamo ben oltre l’EP, non potevamo pubblicare un disco con tutti questi featuring però, ed abbiamo optato per il tape”, fa una breve pausa e poi continua: “Un tempo l’avremmo definito street album, un progetto con molti brani, tanti featuring ma basi originali. Questo è quello che lo distingue dall’essere un mixtape”.
Ascolta qui “Bataclan” di Nerone con Fabri Fibra:
Quello dei featuring è uno degli aspetti fondamentali del disco di Max, che li ha definiti suoi amici e capi di questo genere in Italia. Gli ospiti sono molti e tutti diversi tra loro; gli domando se c’è qualcun altro che avrebbe voluto includere all’interno di “Maxtape”, ma che per un motivo o per l’altro non ci è riuscito.
“Si, abbiamo alcune tracce già pronte con altri amici, ma che purtroppo non siamo riusciti ad inserire nel progetto. Vedremo cosa farne, magari vedranno la luce in un eventuale repack. Ci sarebbe dovuto essere anche Lazza, per tempistiche, però, non è riuscito a chiudere la strofa. Ci sarà modo di recuperare in futuro, Jacopo è un mio caro amico”.
Alcune barre in "Old Man" sono la fonte del mio prossimo interrogativo. Nerone vede vicina la pensione? Possiamo aspettarci un futuro diverso da quello del rapper per lui?
“Io mi diverto a fare quello che faccio, finché sarà così continuerò, se poi dovessi smettere di divertirmi troverò qualcosa che mi permetta di farlo allo stesso modo. Ho bisogno di essere felice di quello che faccio, altrimenti non mi riesce bene”, afferma lui con convinzione, “In un altro campo, invece, mi piace molto ciò che sto facendo con TRX, quindi chissà; magari mi rompo il cazzo in futuro e mi ritrovate in radio. I podcast non penso potrebbero fare al caso mio, non mi ispira la creazione di contenuti in quel modo. Sarebbe un sogno avere un mio programma in tv, scritto e diretto da me, qualcosa simile al format che porta Jimmy Fallon”.
Ascolta qui “Old Man” di Nerone:
Una rima che mi ha colpito, tra le tante, all’interno del disco di Nerone si trova in “Ben Fatto”: “dieci anni dopo un vero contratto, ben fatto”.
Voglio sapere se è soddisfatto dei feedback ricevuti nella prima settimana dall’uscita del tape e cosa pensa del mercato musicale odierno.
“Sono molto soddisfatto, soprattutto dei pareri riscontrati all’uscita, sono colpito. È sempre un momento particolare la pubblicazione di un disco, i feedback mi hanno reso felice di quello che abbiamo fatto. Questa merda è come i videogiochi, bisogna fare le missioni secondarie per sbloccare le missioni primarie. Con questo capitolo penso che siamo passati di livello. Purtroppo non si può suonare in giro, spero che il bello debba ancora arrivare”.
Si interrompe un secondo e: “Dicevo?” riprende lui schiarendosi la voce, “si, nel mercato mi sembra che si siano abbassati i numeri, nel mio lavoro da TRX radio parlo di classifiche ed ho l’impressione che si entra ed esce da queste in fretta. Ho realizzato che gioca molto il fattore novità ed hype, c’è difficoltà a perdurare nel tempo, spero che questo non accada con il mio disco, non l’ho pensato in un’ottica di hype”.
Una novità però c’è, rispetto a ciò a cui ci aveva abituato Nerone negli anni passati. Ogni anno pubblicava un capitolo di “Hyper”, in qualità di mixtape, seguito poi da un album ufficiale. Gli chiedo delucidazioni rispetto a questo cambio di rotta e cosa dovremmo aspettarci dal futuro.
“Vivo "Maxtape" come se fosse un album ufficiale, per il lavoro che c’è dietro. Non mi sembrava il momento di rilasciare un altro Hyper, ne sto pensando un’altra versione, ho molte idee e a tempo debito ne parleremo. Sto comunque facendo altre cose, mi prendo il mio tempo e non voglio dirti che usciranno entro il 2021, perché poi magari non è così e ti mentirei”.
Stiamo chiacchierando da qualche decina di minuti, io seduto alla mia scrivania e lui, dall’altra parte del telefono, in macchina nel traffico. Gli chiedo di immaginarsi in compagnia di due sue versioni: una più giovane di un decennio e l’altra direttamente dal 2030. Di cosa parlerebbe con loro?
“Al me di dieci anni fa direi sicuramente di non mollare mai, se allora non ci davano una lira poi senza mollare ci siamo presi quello che volevamo. Al Nerone più vecchio invece chiederei di come se la passa l’Inter” ride, ed io con lui, poi si spiega meglio: “Certe cose del futuro non si vogliono sapere”.
In conclusione gli propongo di darmi la sua opinione sulla recentissima legalizzazione della cannabis a New York, immaginando anche uno scenario simile nel nostro paese.
“Io ho sempre avuto delle idee ben precise su questo tema. Penso che tutte le droghe debbano essere depenalizzate, a patto che siano controllate dallo Stato secondo principi ben chiari. Ad un eroinomane, per esempio, gli andrebbe data la possibilità di avere accesso alla sostanza in modo sicuro, presso delle strutture e seguendolo nel percorso di disintossicazione. L’accesso a questo sistema prevederebbe ovviamente il ritiro della patente e del passaporto, che andrebbero riconsegnati solo a disintossicazione conclusa. Sulla cannabis invece mi sono sempre dichiarato favorevole, non fa più danni dell’alcool e non capisco perché in Italia ancora non si riesca a fare questo discorso. La cannabis andrebbe legalizzata, così come lo sono… boh le carote!” termina Nerone, facendoci scoppiare a ridere.
Ascolta qui “MAXTAPE” di Nerone: