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Perché l’hip hop non ha mai rispettato Will Smith?

Incarnare più di un talento sembra aver fatto dimenticare al mondo che è stato un vero pioniere del rap.

Articolo di
Camilla Castellan
on
19
-
09
-
2020

In quasi tre decenni, Will Smith si è consolidato come uno dei più grandi attori di sempre.

“The Fresh Prince of Bel-Air” è stato il primo passo verso la notorietà sul grande schermo, ma la presenza in tv e al cinema subito dopo la messa in onda della serie è stata tanto forte da aver indebolito – almeno per l’opinione pubblica – la sua antecedente carriera musicale. 

Non capita spesso che una persona dai molti talenti abbia un grande successo in più di un ambito e può accadere che, cambiando improvvisamente direzione, i supporters che fino ad allora lo avevano appoggiato, assecondino meno le nuove scelte creative e rinneghino la loro partecipazione in quel preciso ambito.

Nel rap questo è stato il genere di carriera che ha avuto Will Smith.

Il suo rap era ampiamente considerato come una realtà alternativa, comica, influenzata dal ruolo che lui stesso interpretava nella serie. Eppure, nonostante i suoi singoli venissero suonati nei club e passassero in radio, era ben lontano da ottenere il rispetto e la riconoscenza dei colleghi.

Ante litteram “golden boy”

Quando la mia o le generazioni più giovani pensano a Will Smith, la prima bozza che salta in mente è quella dell'attore nominato all’Oscar o all'icona di stile degli anni '90. Ma ciò che la maggior parte dimentica è il Will Smith che si è portato a casa un Grammy con DJ Jazzy Jeff e ha raggiunto la Top 10 della Billboard 200 negli Stati Uniti come – primo – artista solista.

In un periodo di rime saturate ed aggressive, il rap di Will Smith è stato spesso ridicolizzato rispetto agli standard dell’epoca. Nessuno immaginò che il duo dall’approccio umoristico e non così fedele al crudo rap game avrebbe scalato le classifiche e ottenuto un successo internazionale.

Il singolo "Girls Ain't Nothing But Trouble" divenne, nel 1986, il loro primo brano di punta. Con l'uscita dell’album di debutto “Rock the House” diventarono milionari ancora prima che Smith compisse 18 anni. "Parents Just Don't Understand" – estratto dal loro secondo disco “He's the DJ, I'm the Rapper” – monopolizzò MTV e li condusse al primo Grammy Award per la migliore performance rap nel 1989.

"Summertime", pubblicata nel ‘91 come primo pezzo del quarto album del duo è considerata ancora oggi una delle loro canzoni di maggior successo, arrivando alla posizione n°. 4 della Billboard Hot 100 e vincendo, nel ’92, il Grammy nella categoria “Best RapPerformance by a Duo or Group”.

 

Dopo che DJ Jazzy Jeff e The Fresh Prince hanno pubblicato il loro ultimo album “Code Red” nel1993, Smith ha deciso di continuare a recitare a tempo pieno, iniziando con il suo primo ruolo da protagonista in “Six Degrees of Separation”

Fu solo quattro anni dopo che Smith riemerse come artista solista sotto il nome di Will Smith con “Big Willie Style”. I singoli più importanti del disco sono stati "MenIn Black", "Miami" e "Getting 'Jiggy Wit It".

Quest’ultima ha trascorso tre settimane in cima alla Billboard Hot 100 nel 1998 e ha vinto ilGrammy per la migliore performance rap solo l'anno successivo.

“Willennium”“Born to Reign” e “Lost and Found” sono gli album rilasciati in seguito. Sebbene non abbiano avuto il successo del debutto, hanno comunque prodotto canzoni memorabili per i fan di Smith in tutto il mondo, tra cui "Black Suits Comin'", che è stata la colonna sonora di “Men in Black II”.

Insomma, ciascuno dei quattro studio album di Smith e tutti i cinque prodotti insieme a Dj Jazzy Jeff hanno ricevuto almeno una certificazione RIIA d'oro o di platino. Will Smith con "Big Willie Style" si è persino avvicinato al diamante con 9 milioni di unità vendute.

Il beneficio di inventario

Gran parte del mondo hip-hop ha dimenticato l'impatto che la carriera di Smith ha avuto prima del 2000. L’approccio narrativo che lo ha caratterizzato – e che ha reso di successo “The Fresh Prince of Bel-Air” – rendeva il suo rap facilmente riconoscibile sia agli adolescenti che ad un pubblico più adulto, e la mancanza di un linguaggio aggressivo gli permetteva di svincolarsi da qualsiasi tipo di censura.

Qualcosa di ancora più impressionante è la coerenza con la quale ha sempre mantenuto la propria immagine family-friendly nonostante gli anni del debutto corrispondevano a quelli d’oro del gangsta rap degli NWA o del Wu-Tang Clan. Portò il rap in una realtà più fruibile, prettamente pop in termini di diffusione (qualcosa di molto simile lo fa oggi Chance the Rapper). Tradurre quell’approccio bonario alla vita nei singoli –conditi da video esilaranti come “I Think I Can Beat Mike Tyson” con la sua partecipazione nella clip ufficiale – l’ha aiutato ad affermarsi in maniera memorabile. Questo è senza dubbio uno dei motivi della sua longevità, nonostante questa fedeltà all’autenticità lo abbia messo in ombra nel vero panorama rap.

Ed è sorprendente che al momento abbia un solo Grammy in meno rispetto a Drake (che ha però decisamente più candidature di Will) e che le cerimonie di premiazione continuino ad essere trasmesse, anno dopo anno, grazie alla sua vittoria nel 1989.

Chiaramente l'eredità di Will Smith non ha un effettivo bisogno della sua carriera come rapper, ma è innegabile riconoscergli il merito di determinati traguardi che hanno contribuito a dimostrare quanto il rap era – ed è oggi più che mai – una realtà commercialmente fattibile.

Di recente insieme a Jimmy Fallon ha raccolto in qualche barra la sua intera carriera.

 

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Camilla Castellan
Batto tasti qua e là nell'hinterland milanese. Il più delle volte a farlo sono i miei alter ego.

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