Ntò sta per tornare con un nuovo disco. Ci ha raccontato in un'intervista tutto sul suo ritorno.
In occasione dell'uscita di ''Salut'', il nuovo brano in collaborazione con Speranza, abbiamo contattato l'artista di Marianella per porgli alcune domande. Sono stati tanti gli argomenti toccati durante la conversazione, con particolare riguardo a quello che sarà il suo nuovo disco.
Camilla: Il 2019 è stato, tra gli ultimi, quello dove ti sei maggiormente esposto. A distanza di quattro anni dall’ultimo progetto hai pubblicato Rinascimento, diversi singoli hanno raccolto un buon successo e soprattutto è arrivata la firma con la major. Come definiresti questo periodo, è già possibile stilare un bilancio soddisfacente?
Ntò: In realtà non sono mai stato fermo perché il primo singolo che sarebbe andato a comporre lo street album R è uscito a gennaio 2017 e l’ultimo a marzo 2019, però è giusto affermare che sia di quattro anni fa il mio ultimo studio album.
Sicuramente il bilancio è positivo, considerando che la firma è arrivata con una proposta da parte dell’etichetta, essendo ancora indipendente un po’ per scelta e un po’ per una situazione di fatto, delineatasi dopo alcuni eventi della mia vita di circa dieci anni fa, che mi hanno indotto a stare più in zona in un momento della mia carriera in cui avrei voluto e potuto spostarmi per perfezionare il mio business.
Camilla: “Famoso” è il primo brano rilasciato appunto dopo l’ingresso in Sony Music Italy; com’è nata la collaborazione con Nicola Siciliano?
Ntò: Avevo ascoltato i suoi brani apprezzando la sua personalità nonostante fosse molto giovane dal cellulare di Manuele, un mio amico di Marianella. Da lì in poi ci siamo visti qualche volta e tutto è successo molto naturalmente! Entrambi non avevamo ancora rapporti con Sony all’epoca.
Camilla: La fama è una tematica ricorrente nel brano, nelle sue accezioni diverse. La popolarità e la fascinazione sono tra gli ingranaggi principali dei nuovi metodi comunicativi; tu che hai iniziato molto prima rispetto a questa cultura dell’ostentazione, come gestisci il rapporto con la fan base attraverso questi canali?
Ntò: Un artista si distingue per identità e per sensibilità, per avere empatia sociale, interpretando tutto quello che le persone comuni che svolgono altri lavori vorrebbero dire e non riescono, facendo perciò provare loro un’emozione fortissima quando lo ascoltano nelle canzoni, in forma poetica.
Se quello che sentono nelle songs è solo autoreferenzialità e ostentazione di sicuro in prima battuta potranno identificarsi, ma passeranno presto all’ascolto di un altro che dice le stesse cose in modo più figo in quel momento o che il pubblico sente più “hot” e così via…
In termini tecnici il pubblico non si fidelizza se non per pochi anni, cosa che invece con un po’ di sacrificio e merito sono riuscito ad ottenere dai miei fans, cercando di non snaturarmi eccessivamente nei miei processi evolutivi.
Credo di aver affrontato questi argomenti sin dai miei primi album, partendo dal presupposto di non sentirmi escluso dal discorso della fascinazione materiale e del successo, avendo visto nel mio e negli altri quartieri l’ostentazione dei signori della droga sin da bambino, paradossalmente in periodi molto più fulgidi e opulenti di quelli odierni, fatti per il 90% di hype.
Camilla: In un’intervista fatta qualche tempo fa, hai accennato al fatto che l’affermazione era direttamente proporzionale al talento, mentre nell’era digitale è il successo a muovere la volontà artistica. Pensi si sia persa l’intenzione di voler comunicare in maniera spontanea? Esiste ancora, almeno nel rap, la concezione di veicolare un messaggio?
Ntò: Per era digitale intendiamo quest’epoca presa nella sua totalità e non il singolo caso delle ambizioni degli artisti. Possiamo estendere il discorso alla società, dove dimostrare di riuscire, o meglio ancora primeggiare sempre, muove il fare. Nonostante la convinzione nell’affermare i concetti precedenti, penso che nel rap, nella trap, nell’indie in questo preciso momento storico musicale in Italia ci sia un gran fermento comunicativo e voglia di raccontare i problemi delle generazioni, con un’offerta che seppur sovraffollata come dicevamo per la fascinazione del successo è comunque abbondante e di qualità. Sta ai ragazzi/e scegliere i propri beniamini, quelli che più rispondono alla loro domanda a seconda del periodo di vita che vivono.
Camilla: E in un’ottica più personale, questo può accadere lontano dall’indipendenza di qualche anno fa? Spesso le tempistiche e le pressioni di un management incalzano l’artista, rischiando di alterare il processo creativo.
Ntò: Come dicevo sono rimasto indipendente finché ciò che ho prodotto non è stato comparato da un’offerta che, più che economicamente, mi sollevasse dai compiti a 360° svolti negli anni, andando oltre la figura del rapper/autore/performer quindi scrivendo le sceneggiature di quasi tutti i miei video, gestendo da vicino direttamente molti aspetti del lavoro che c’è attorno a noi.Dunque non è cambiato molto perché in tutti questi anni sono stato per esigenza il primo coach di me stesso in termini di tempi creativi e realizzativi.
Camilla: Sempre più di frequente siamo messi di fronte ad una distinzione abbastanza netta tra persona e personaggio. C’è mai stata per te la volontà o la necessità di scindere queste due figure? O pensi che sia un lascito della scena internazionale/americana?
Ntò: Io credo che un po’ di Hollywood non guasti, purché sia coerente in linea di massima con il tuo personaggio e il tuo vissuto. Personalmente avendo guadagnato un po’ di popolarità nel tempo, ora avrei necessità più che volontà di dividere le figure, perché talvolta anche nella mia vita privata sono state confuse, o spesso usate come giustificazione
alle insicurezze possessive di chi frequentavo, esitante nel darmi fiducia sul presupposto banale che chi fa musica ha una vita sentimentale più “aperta”.
Camilla: Da Nicola Siciliano a Vale Lambo, Samurai Jay e Speranza, hai sempre avuto l’orecchio teso verso quelli che sarebbero stati i nomi più promettenti. Come riesci a riconoscere un talento?
Ntò: Con una sensazione, chi ha qualcosa di speciale riesce a trasmettermelo in un certo senso. Purtroppo per esperienza posso dire che nonostante la mia mano si sia tesa senza chiedere mai un contratto o una percentuale sui brani o i live in cambio, dando nella quasi totalità dei casi io visibilità a chi incontrassi artisticamente, nella maggior parte dei casi
è stato velocemente dimenticato. Da questa considerazione forse potrà partire il progetto che ho sempre avuto di label con il supporto di Sony, nella massima chiarezza di ruoli e responsabilità.
Camilla: E in cosa si differenzia rispetto agli anni del tuo esordio?
Ntò: Le differenze credo siano discusse e elencate spesso ogni giorno. Il mondo è cambiato, non solo quello della musica. È difficile far capire come pochissimi anni fa per ascoltare musica bisognava comprare i dischi e aspettare che arrivassero dall’altro continente,
per trovare immagini dei cantanti bisognava cercarle nelle riviste o comprare poster se non uscivano dai booklet.
Li si poteva vedere di persona ai concerti, ma quasi sempre da lontano. Scrivergli dei messaggi istantanei o commentare delle loro foto ufficiali era impensabile! Tutto ciò conferiva solennità, mistero attorno a quello status e faceva di loro delle vere star, allo stesso tempo in un certo modo preservando la sincerità e l’autenticità della loro musica. Momenti anche precedenti alla mia nascita cronologica non solo artistica, tipo gli anni 70/80 sono indiscutibilmente di un’oggettiva qualità superiore rispetto al sogno del successo di oggi, accessibile a tutti. Amo talmente la musica che avrei preferito viverli da spettatore all’epoca che da artista oggi! Ma questo non mi impedisce di avere nuove ispirazioni o motivazioni, mi prendo sempre il buono di tutto.
Camilla: Sei stato tra i primi a notare anche Yung Snapp, uno tra i produttori più chiacchierati degli ultimi anni. È stato facile creare uno scenario condiviso nonostante il divario generazionale?
Ntò: La musica è un fiume con vari affluenti, quelli che hanno fatto più strada e quelli che hanno percorso meno tragitto, da sempre negli studi convivono la freschezza delle waves raffinate però dal consiglio di chi ha esperienza.
Credo che Travis Scott lavorando con Mike Dean sin dall’inizio della sua carriera e con le collaborazioni presenti in “Stop Tryna Be God” ci abbia dimostrato che ancora oggi si possa fare.
Dal mio canto nel nuovo album ho molti producers giovani come Andry , Madreal , GFerrari, io stesso ho collaborato a mia volta con artisti più maturi di me.
Camilla: Senza parlare di maturità artistica, che nel tuo caso sarebbe riduttivo vista la centralità dell’aspetto lirico che ha permeato tutta la tua carriera, cos’è cambiato in questi anni? Mentre il pubblico, come è cresciuto insieme a te?
Ntò: Collegandomi a quanto detto prima, penso di avere un privilegio che attualmente pochi possono vantare, ho dei soldati veri e propri! Ragazzi e ragazze che mi seguono da quando eravamo quasi coetanei o un po’ più giovani di me, che sono letteralmente (a detta loro) cresciuti accompagnati dalla mia musica e che mi hanno seguito per mentalità e coerenza. Accanto a loro ci sono nuovi supporters, quelli che hanno fatto sì che le mie evoluzioni andassero a segno com’è successo con “Pe T’Avè”
o “Facilmente”, ma che apprezzano e sentono attuale come impatto comunicativo anche le mie primissime cose, chiedendomi addirittura di riproporle.
Il fatto che i nati tra il 95 e il 2005 che incontro oggi abbiano una vibra così accesa e me ne parlino come se quel momento gli fosse appartenuto, è il memorandum della portata non solo artistica ma socio/linguistica che ho avuto, che continua ad affascinare e condizionare più di una generazione.
Camilla: La traccia con Speranza è l’ultimo singolo pubblicato quest’anno e chiude forse un po’ il cerchio, probabilmente perché si ritrova in maniera più evidente la scrittura diretta e l’uso del dialetto in un contesto familiare, di appartenenza vera e propria. Com’è nato il pezzo? E la condivisione d’intenti - artistici - fra voi è davvero così forte come appare?
Ntò: In realtà “Salut” è a pieno titolo il primo singolo estratto dal nuovo album, nel quale continuo ad usare la lingua napoletana nel contesto familiare di sempre ma con tanti pezzi anche in italiano, in linea con quanto fatto nel 2012 con il Coraggio Impossibile. In questo ultimo periodo musicale italiano l’ennesima riscoperta della lingua napoletana non può altro che essere un plusvalore, come all’estero il bilinguismo inglese/spagnolo ad esempio.
Con Ugo l’intesa è nata molto prima del pezzo, per essere precisi e quindi fuori sospetto prima anche del suo successo recente. Sono impazzito con il quadro dipinto liricamente in “Sparalo” e tuttora vado fuori per il suo flow e modo di dire le cose, come usa e combina il napoletano con il francese. È accaduto suonando in giro, l’ho invitato spesso a fare jam su “Int o Rione”, e il terzo tempo alcolico fatto dopo i concerti ci ha dato lo spunto.
Camilla: Al di fuori della realtà partenopea, chi tra le “nuove” leve sarebbe un featuring papabile?
Ntò: Credo di averli messi nel nuovo disco e li svelerò presto. Come sempre ci vedo bene.
Camilla: In “Salut” dici: Teng’ a visual’ chiù complet’ / ij so ‘na torr. Cosa vede oggi Ntò?
Ntò: Vedo con soddisfazione l’industria cresciuta, consapevole del mio peso e contributo: gli anni nel game sono un bagaglio prezioso non acquisibile appunto in poco, mi sento sicuro e forte delle cose apprese nel sentiero ma altrettanto aperto e affamato ogni giorno. Non puoi fermarti.
Camilla: Cosa significa annunciare un nuovo disco adesso, dopo un lungo periodo? Che aspettative pensi possano avere i tuoi fan?
Ntò: Non vedono l’ora! Ormai ogni commento sui social mi chiede di pubblicarlo.
Camilla: Il supporto visivo dal taglio cinematografico è un’altra tra le caratteristiche che hanno codificato il tuo percorso; nello stesso street video di “Salut” si percepisce. Continuerà ad esserci anche in un futuro?
Ntò: Assolutamente sì, come Famoso girato da Enea Colombi. Farò di tutto per girare un po’ di video dall’album e ho già un po’ di idee in base al concept
Camilla: “Tra qualche mese a molte persone verrà voglia di avermi trattato diversamente”. Questa è la caption di una foto sul tuo profilo Instagram pubblicata pochi giorni fa. C’è nell’aria un nuovo disco quindi? Hai voglia di raccontarci qualcosa di più?
Ntò: La caption è solo un po’ provocatoria per sottolineare la soddisfazione dal lavoro svolto nel disco, dove racconto il mondo come lo abbiamo voluto: rimedi illusori, paradisi artificiali alle sofferenze e dipendenze consumando sostanze, rapporti veloci, emozioni forti a tutti i costi. Dalle mie parti i più giovani delinquono ormai anche solo per avere oggetti di valore e più in generale la semplice adrenalina cercata nelle serie tv di storie criminali, nell’azzardo e nel rischio, fini a se stessi senza calcolarne le conseguenze, sono propri di questi tempi.
In questo contesto noi produciamo intrattenimento, e come un casino’ offre un’esperienza all inclusive, nell’album credo di aver sviluppato ognuno dei miei sounds e sfaccettature artistiche create in questi anni.
Feat giusti e un’integrazione di strumenti live alle produzioni dei beatmakers come mi è sempre piaciuto di fare. In questo momento sono quasi pronto per i mix e i master, mancano all’appello solo due strofe ma è già tutto sistemato per buttarle dentro.
Un lavoro di due anni circa, iniziato parallelamente all’uscita dei singoli di Rinascimento e prima della firma in major, che mi ha lasciato davvero molto spazio riguardo a scelte artistiche, indirizzandomi nell’ottica di una squadra più grande, con la quale ho tanta voglia di fare bene, meglio di come ho fatto sinora.