E non possiamo più guardare altrove. L'intervista.
In un'Italia pronta a ripartire i giovani artisti partenopei Yung Snapp e Mv Killa escono con un nuovo singolo che sa di rinascita. “Bye Bye”, prodotta da Yung Snapp e interpretata da entrambi, è un inno alla leggerezza, un saluto a tutte le cose negative che ci si lascia alle spalle, perfetta per chi ha solo voglia di guardare avanti.
Mv Killa, all'anagrafe Marcello Valerio, classe 95, e il producer un anno più giovane Antonio Lago, in arte Yung Snapp, sono amici da una vita. Antonio ci racconta il loro incontro: “Ero al primo anno di liceo, lui era nella fase old school. Io ascoltavo trap, ma del 2008, quindi tutta roba che agli occhi suoi era Kryptonite. Ci odiavamo proprio” sorridono, “abbiamo anche sclerato su Facebook una volta, ma comunque eravamo bambini”. “Lui stava facendo un beat molto Dirty South e io venivo dal periodo delle Jam” aggiunge Marcello “ all'inizio non lo capivo ma, col senno di poi, lui è sempre stato più avanti rispetto a me”. “Avendo due bagagli culturali diversi possiamo imparare l'uno dall'altro, questo sempre, ogni giorno” conclude Snapp.
Hanno già collaborato più volte in passato, “quando facciamo i pezzi io e Snapp le idee nascono sempre insieme” dice Mv, e Snapp sottolinea: “In genere comunque ci vediamo. Se Marcello mi da l'ispirazione per un suono è molto meglio, poi dal Beat le parole spesso escono automaticamente”.
Dopo il successo di “Audemars” sono tornati fianco a fianco con un sound che incarna perfettamente la nuova Wave di Napoli. “Il pezzo è un insieme di lifestyle napoletani, trattati non in modo pesante, come gangsta etc., ma con tranquillità” spiega Mv. “Roba che viviamo tutti i giorni, la raccontiamo appunto tranquilla e la rendiamo soffice” completa Snapp. Il singolo tocca anche temi molto delicati, un'altra dimostrazione di quanto il pregiudizio che vede la trap come portatrice di messaggi superficiali sia infondato: “Più andiamo avanti più si farà forte questa cosa, con la trap si può parlare di tutto” precisa Mv “È un pezzo molto leggero ma questo non vuol dire che sia stupido”.
In particolare si percepisce la consapevolezza degli effetti del cosiddetto sistema. Ho chiesto loro di spiegare cos'è il sistema per chi ci vive a contatto: “Dipende da cosa si intende per sistema. È una cosa molto larga, una rete criminale.” Afferma Mv e continua: “Il pezzo ruota intorno al fatto che nell'immaginario trap italiano tutti vogliono fare i criminali, o almeno dipingersi così. Qua i criminali ci sono, stanno per strada e non fanno i video, non fanno musica, non funziona così. Noi la prendiamo come una scelta di vita pesante fare il criminale”.
“Bye Bye può essere anche un saluto a questo stile di vita che non accettate?” domando loro, “Il pezzo non è prettamente legato al sistema” chiarisce Mv. “Ringraziamo Dio che non abbiamo mai avuto bisogno nella vita di fare queste cose. Non è il sistema che non ci ha accettato siamo noi proprio che non lo abbiamo mai calcolato. Non abbiamo mai avuto l'esigenza di farne parte e non dobbiamo dimostrare a nessuno di doverci dare un tono con queste cose. Nemmeno fingersi, qua non è che scendi e ti comporti così, prendi schiaffi” ridono. “è riferito a tante cose” aggiunge Snapp “Bye Bye è anche un lasciarsi indietro questioni negative che ci hanno tormentato nel passato. Influenze che erano un peso e ci tiravano in basso invece che farci brillare di più. È un pezzo che esprime liberazione”.
In una scena in cui va di moda fingersi criminali, Yung Snapp porta nella sua strofa un po' di sana sbruffonaggine: “Mo te spiego comm' se fa, a ffa 'e sorde già a vint'anni, senza maje fà guaje, maje maje” - Bye Bye.
“Con questa frase dimostrate che si può vivere nel benessere senza mettersi nei guai” affermo. “Fare musica” interviene Killa, e Snapp spiega: “Avere una vita in cui si può stare tranquilli è un privilegio, non tutti possono permetterselo alla nostra età. Qua a Napoli si crede che una vita così la possa avere chi, appunto, sta nella criminalità. Ci sentiamo fortunati di non aver mai avuto a che fare con quel mondo, siamo riusciti a salvarci dalla strada però la viviamo, un po' tutti i giorni”. A questo punto chiedo loro: “Vi rivolgete ai ragazzi, ai più piccoli, che magari devono scegliere quale stile di vita prendere come esempio?” “certo, anche” risponde Snapp. “Fortunatamente sta succedendo sempre di più che molti ragazzi hanno nuove passioni, la musica si sta espandendo molto nelle strade della nostra città e vedere che si salva qualcosa, ci riempie il cuore”.
Entrambi fanno musica da una vita, è un mondo in cui ci si deve provare e credere tutti i giorni. “Noi quando andiamo in studio non pensiamo a fare soldi, la prima cosa a cui pensiamo è di fare un pezzo che spacca” afferma Mv. Incuriosita domando: “Quando avete realizzato che la cosa si stava concretizzando?” Risponde Marcello:“Io personalmente questa cosa l'ho sentita forte circa un anno e mezzo fa, con l'uscita di “Audemars”. Lì abbiamo capito che i promoter ci chiamavano e la gente ci voleva”. Snapp sorride e annuisce, “da producer io l'ho avvertita con il pezzo delle Scimmie “We We” aggiunge “noi facemmo l'album “Eldorado” che andò forte. Con il video, che è uscito e ha fatto subito un botto di visualizzazioni, ho pensato che si poteva entrare nel mainstream”. Le Scimmie è un progetto iniziato nel 2016 di cui Yung Snapp cura le produzioni. Gli altri due componenti sono Vale Lambo e Lele Blade, anche loro due rapper partenopei molto riconosciuti.
La scena Napoletana è una delle più vaste e importanti della penisola. Ai nomi già citati si affiancano artisti come Geolier, Coco e Luchè. Ho chiesto ad Antonio e Marcello cosa volesse dire, dal punto di vista musicale, appartenere a questa città. “Fare musica a Napoli è comunque una responsabilità” risponde per primo Mv “c'è sempre qualcosa di originale e di forte per le nostre strade e comunque i fan che abbiamo noi non si fanno abbindolare dalle stronzate. Sentiamo l'importanza di fare musica che arrivi forte, sia come suono che come messaggio. Per questo a volte ci leghiamo agli americani. Ad Atlanta i ragazzi stanno nei Rioni, Lil baby non parla ai dodicenni, ma ai ragazzi che stanno per strada”.
“E dal punto di vista umano cosa vi ha dato appartenere a Napoli?” chiedo, silenzio, “parecchio” afferma Mv sospirando. "Credo che ognuno sia legatissimo alla propria città” afferma Snapp prendendo parola “qua a Napoli siamo cresciuti un po' in mappata, eravamo sempre tanti, giù dal palazzo. Siamo rimasti con questo ideale, del gruppo, della squadra. È comunque strana come città, siamo un po' strani forse. Certe cose le esageriamo mentre altre le sottovalutiamo proprio. Napoli la ami e la odi ma ci torneresti sempre, a vedere il mare, a vedere tutto quello che ci sta.
”Una delle principali particolarità della scena napoletana è sicuramente la forte presenza del dialetto: “Per noi scrivere in dialetto è più naturale” afferma Snapp, “le parole finiscono con determinati accenti e suona molto più americano. Ti trovi meglio con le rime, con gli accenti. Però non arrivi a tutta la massa. Alle persone di Napoli piace il dialetto nelle canzoni ma capita che chi non riesce a capirlo eviti proprio di ascoltarlo”. “Per ora noi stiamo facendo prevalentemente il lavoro in dialetto, anche perché penso che un buon 80% della nostra fan base sia comunque del sud, se non di Napoli” sottolinea Killa, “quindi stiamo cercando sempre di più di consolidare quello che abbiamo. Stiamo comunque lavorando su noi stessi per cercare la nostra chiave migliore anche in italiano, per portare le nostre storie, il nostro modo di fare musica a più utenti possibili. C'è da dire che come suona il napoletano ci sono poche cose, proprio a livello di musicalità, con tutto: flow, lingua, metriche. Ne esce un prodotto che somiglia di più a un qualcosa di internazionale”. “L'italiano è una bella sfida,sentirlo su di noi sembra quasi un'altra lingua” dice Snapp sorridendo “fa strano soprattutto in cuffia”, “comunque ci stiamo lavorando e, anche se non nell'immediato, sicuramente qualcosa sentirete” conclude Mv.
Mi rivolgo a Snapp:“Cambiando discorso, tu nasci come produttore, quando è nata la decisione di prendere in mano il microfono?” “Io non mi sono mai avvicinato proprio al rap, però da produttore ho sempre provato melodie sul beat per capire se la base fosse appetibile per un rapper o meno. In questo mi sono sempre divertito, poi sono uno fissato con le sporche e da sempre provo a farle nei pezzi. Per quanto riguarda il rap è partito tutto dal pezzo “Bentley”, Lele mi disse di farci una strofa sopra. Era la prima volta che registravo con il microfono e sinceramente mi vergogno un po' di quel pezzo” ride. “però piacque, andò bene e molti rimasero sorpresi, quindi ho continuato”.
“A parte alcune eccezioni, come la tua” domando sempre a Snapp, “il ruolo di produttore e quello di esecutore sono ancora a compartimenti stagni. Potrebbero diventare sempre di più in futuro ruoli complementari?” “In Italia è ancora una cosa molto rara” continua Antonio, “c'era Don Joe che lo faceva, ma lui era proprio rap. In America succede molto spesso. A me piace farlo, sicuramente non posso portare un rap come lo può portare Marcello che ha studiato per anni la metrica e tutto il resto. Io mi sono sempre occupato del suono e magari posso usare la mia voce come strumento, aggiungere musicalità”.
Chiedo: “Entrambi avete collaborato con molti nomi, un feat che vi piacerebbe portare a casa in futuro?” “Sia insieme a Snapp che da solo, sicuramente Marra” risponde per primo Mv “per me è veramente il top. Sicuramente anche Luchè che comunque è il nostro manager, e un nostro amico. Ma per Marra ho proprio il pallino. Avrei detto anche Guè ma ci ho lavorato recentemente”. “Io da produttore ho lavorato un po' con tutti” si aggiunge Snapp. “Marra anche per me sicuramente. Mi piacerebbe pure lavorare con Tedua”.
Come ultima domanda chiedo loro di progetti futuri, qualcosa che magari è già in cantiere. Mi risponde un Killa dai toni un po' misteriosi “per ora non abbiamo date da comunicare ma qualcosa c'è.” Mi fa capire con un mezzo sorriso che li sentiremo presto, insieme o ognuno per conto proprio. In una scena in cui va di moda fingersi criminali, Mv Killa e Yung Snapp hanno ancora tante cartucce nel loro caricatore, e non vedono l'ora di spaccare di nuovo. Infondo, Bye Bye, è l'arrivederci più internazionale che ci sia.
Ascolta ora BYE BYE