In occasione dell'uscita della deluxe di "Infernum", abbiamo intervistato Claver Gold e Murubutu.
Se chiunque avesse ascoltato “Infernvm”, il joint album di Claver Gold e Murubutu, dovesse cercare di fornire una breve descrizione, direbbe senza alcun dubbio che si tratta di un sodalizio che esalta la raffinatezza lirica dei due rapper. I punti di forza di “Infernvm” sono proprio la ricerca del linguaggio e l’impegno nel non omologarsi e proporre quindi un progetto non standardizzato per i canoni del mercato musicale.
Si tratta dunque di un album che può risultare difficile da “digerire” al primo ascolto dal momento che è necessaria una grande attenzione per riuscire ad individuare e comprendere tutti i riferimenti ai Canti dell’Inferno di Dante e al contempo apprezzare i tecnicismi che caratterizzano ogni barra. Detto questo, “Infernvm” può inizialmente non essere percepito come un disco adatto a tutti proprio per la sua complessità e legame con la cultura alta, ma l’ambizione che hanno Claver e Murubutu di ispirare molti ascoltatori in maniera quasi didattica, sfata il mito del rap liricista, snob ed elitario.
Prendersi cura dell’ascoltatore è sicuramente un altro elemento che contraddistingue “Infernvm”: questo album infatti non è solo un tributo ad un’opera di riferimento della letteratura italiana, ma è l’attualizzazione di alcuni figure, come Taide (Brano: “Taide”; Canto XVIII dell’Inferno) e Pier Della Vigna (brano: “Pier”; Canto XIII dell’Inferno), che riescono a coinvolgere ulteriormente l’ascoltatore rimarcando l’importanza di tematiche attuali come il cyberbullismo nella traccia “Pier”. La vera funzione di questa strategia è sottolineare il fatto che Dante è contemporaneo, eterno e fuori dal tempo perché descrive l’essenza dell’uomo che è immutabile.
Ascolta “Pier” di Claver Gold e Murubutu
Chiedo ad entrambi qual è il personaggio più rappresentativo nel loro immaginario.
Claver inizia, ricordando i vari personaggi analizzati: “Ci sono diversi fili e legami che ci uniscono ai personaggi dei quali abbiamo trattato. Personalmente io vado un po’ a periodi. All’inizio ero sicuramente più legato alla storia di Pier Della Vigna che noi abbiamo trasformato in Pier, un ragazzo che subisce cyberbullismo, ma anche alla storia di Paolo e Francesca, come credo la maggior parte delle persone che conoscono la Divina Commedia. È infatti impossibile non immedesimarsi in questo amore.”
Murubutu conferma e completa: “Sì, Paolo e Francesca e anche Ulisse, che sono forse i personaggi con cui Dante spesso empatizza di più.”
L’edizione Deluxe di “Infernum” ha beneficiato della partecipazione di En?gma e TMHH. A questo punto mi soffermo sulle tracce “Lucifero RMX” e “Beatrice” per capire l’origine delle collaborazioni.
Murubutu mi racconta che En?gma è un artista piuttosto in linea con il loro modo di intendere il rap: "Con cui non avevamo ancora collaborato e ci sembrava un’ottima occasione visto che i suoi testi sono ricchi di suggestioni che prendono dalla letteratura, dalla mitologia, quindi ci sembrava di dare un valore aggiunto al pezzo più adatto. Invece THMM era già legato a Claver e volevamo da tempo lavorare con lui.” conclude.
Ascolta “Lucifero RMX” di Claver Gold e Murubutu feat. En?gma
A questo punto porto l’attenzione sulle sonorità dell’album. “Infernvm” si caratterizza per un suono 100% hip hop, senza uso di samples che provengono da altri generi, insomma predomina il rap.
Claver mi conferma: “Non usiamo più samples perché durante gli anni ci sono stati sempre problemi ad usarli: sono necessari permessi, si rischiano sanzioni, quindi abbiamo deciso di risuonare completamente tutto per renderlo originale ed avere produzioni nostre che non vadano ad intaccare i diritti altrui. Io adoro il suono del vinile o del fruscio che dà il campione, è un suono più pieno e compatto, si cerca di ricrearlo con degli strumentisti anche se si perde un po’quel calore dell’hip hop come lo abbiamo conosciuto.”
Un attimo di pausa e Murubutu riprende: “Il cambiamento in questo disco, per quanto mi riguarda, è l’utilizzo di produzioni che si avvalgono delle 808 o di suoni riconducibili alle sonorità trap. In linea di massima anche in “Infernvm” c’è una grande varietà di stili e sinceramene nei miei album precedenti e sicuramente anche in quelle di Claver la sonorità hip hop è predominante.”
Un esempio è il brano “Malebranche”, ascoltalo qui:
Proseguendo con l’intervista mi sono soffermata sull’omologazione a livello musicale, come la si può evitare e creare un progetto unico e che non sia usa e getta. “Infernum” può infatti anche essere interpretato come il viaggio che porta l’ascoltatore ad interpellarsi sull’omologazione degli artisti, attualmente è sempre più difficile trovare rapper che riescano a distinguersi, ecco perché si nota subito la differenza tra quest’album ed altri dischi: “Infernvm” pare una vittoria sull’appiattimento culturale.
“Secondo me creando dei contenuti che rappresentino qualcosa di emotivamente importante. Se un pezzo ti entra dentro te lo porti per tutta la vita. Ed è impossibile che un prodotto di questo tipo, cioè significativo dal punto divista emotivo, diventi usa e getta.” rivela Murubutu, mentre Claver conferma: “Io credo che adesso stiamo andando veramente velocissimo, già dieci anni fa si andava a velocità della luce, ma adesso escono dischi, singoli in continuazione, quindi come diceva Alessio, c’è veramente tanta saturazione musicale e l’attenzione è sempre più bassa. Pertanto, concentrarci sulla musicalità, su suoni e concetti che possono rimanerti dentro è l’unico modo per poter cercare di resistere al tempo.”
Continuando con l’analisi dell’importanza della componente lirica nella musica odierna, domando se ritengono che stiamo entrando in una fase del rap nella quale tale aspetto possa essere maggiormente apprezzato e soprattutto ricercato nei brani dal grande pubblico.
“È già da tempo che esiste un rap che fa più attenzione ai testi, quindi direi che non siamo entrati in una nuova fase. Questa percezione mi sembra ingenerale legata alla pubblicazione di “Persona” di Marracash, che pur stimandolo e ritenendolo forse il migliore che abbiamo in Italia, non l’ho trovato un album con tutti questi contenuti, questi testi. Penso che il rap conscious, rap con una costruzione dei testi di un certo tipo ci sia sempre stato, sempre ci sarà.” confessa Muru e continua: “Sicuramente anche il fatto di questa sovraesposizione della trap che notoriamente ha testi più superficiali rispetto al rap, ha un po’ saturato l’audience che va alla ricerca di contenuti.”.
“Anche io credo che c’è sempre stata una scuola di pensiero che ha focalizzato l’attenzione più sul testo e sul voler trasmettere. Magari in questo momento gli ascoltatori sono anche un po’ stanchi del racconto celebrativo, quindi forse c’è più ricerca e più attenzione per questo tipo di rap che dà più attenzione al testo.” conclude Claver.
“Avete partecipato a numerosi eventi culturali, specialmente nell’ultimo anno, per esempio: il 18 marzo Treccani vi ha intervistati in occasione della Milano Digital Week, per la rubrica “le parole delle canzoni”, siete stati invitati al Limen Salerno Festival e all’Università di Napoli Federico II in occasione del Dantedì, nel 2017 Murubutu sei stato ospite al Poesia Festival insieme a Francesco Guccini.” Chiedo quindi se ritengono di essere riusciti a sdoganare la figura del rapper nella cultura alta.
Murubutu esordisce: “Nel nostro piccolo diciamo che c’è uno sforzo che va in questa direzione. Il fatto che ci siano dei riconoscimenti di tipo scolastico, colleghi che usano spesso “Infernum” anche in classe, ma anche di tipo accademico, penso che sì, vada verso un progressivo sdoganamento del genere. Io penso che lo sdoganamento del genere ci sarà a prescindere perché è fisiologico, diciamo che il nostro impegno in questo senso può accelerare questo processo.”
Claver completa poi: “Io non mi metto a scrivere con l’idea di voler creare qualcosa di più aulico o più importante di ciò che fanno gli altri colleghi. È solamente un modo divedere la scrittura che lo rende differente dalla maggior parte delle uscite italiane, quindi spero che vengano apprezzati i contenuti ed il modo di lavorare i testi che abbiamo.”
Guarda l’intervista di Treccani a Claver Gold e Murubutu
Guarda il dialogo tra Francesco Guccini e Murubutu al Poesia Festival 2017
Claver ha più volte lasciato intendere tramite post su Instagram che sta lavorando ad un nuovo album. Anche Murubutu pare stia già lavorando ad un altro progetto. Domando se sia possibile ricevere qualche informazione in più al riguardo.
“Sì, sto scrivendo il nuovo disco, quasi finito a livello di composizione, poi a livello tecnico siamo ancora lontani" confessa Claver: "Abbiamo già parecchi pezzi, siamo quasi intorno alla ventina, poi faremo una cernita e torneremo a lavorare meglio su quelli selezionati per chiuderli bene. Sto scrivendo un disco per la gente, un disco che va totalmente contro i canoni del rap moderno, più concentrato sulle persone e su ciò che le opprime veramente in questo periodo. Si ostentano tanto i soldi, l’avere, l’apparire nel rap, ma poi c’è gente che non riesce a mangiare. Credo che sia importante trattare altri argomenti che autocelebrarsi come rapper.”
Murubutu invece ha le una prospettiva temporale molto più definita: “Sto lavorando ad un altro album solista che uscirà entro l’anno.”
Concludo chiedendo se hanno in mente di collaborare nuovamente su un album ispirato da un altro importante autore della letteratura italiana.
“Mah, ancora non siamo partiti. Penso che quando avremo chiuso i nostri album ed entrambi avremo un momento di pausa, com’è successo con “Infernum”, se avremo voglia e tempo faremo sicuramente qualcos’altro insieme.” mi dice Claver.
Murubutu conclude dicendo: “Anche per quanto riguarda “Infernvm” ha avuto un buon successo e soprattutto è stato apprezzato a livello culturale nelle scuole e questo sicuramente ci ha dato una bella motivazione.”
Ascolta “Infernum”