Dave, l'enfant prodige del rap britannico, ha dimostrato come diventare leader di una gioventù allo sbando.
Sicuramente sarà capitato a qualcuno di voi di essere in classe con quel compagno bravo e incredibilmente più maturo rispetto alla sua età (o magari se siete fortunati siete voi). Ha l’attenzione dei professori e ogni sua parola è pesata con attenzione. La sera è anche uno di quei tipi a cui piace fare baldoria, ma sempre senza esagerare.
Ecco, Dave è così, Dave fa musica per tutti. Eppure, è così difficile relazionarsi alla sua maturità artistica – evidente a tutti adesso alla soglia dei 22 anni, ma incredibilmente visibile fin da quando era appena maggiorenne. La sua storia parla di un fratello all’ergastolo colpevole di essere stato complice di un omicidio e di un altro che ha speso più di qualche mese in carcere. Ma la giovinezza di Dave è anche essere lo studente più brillante al college e aver rifiutato l’ingresso all’università di Legge DMU di Leicester. Ah, anche diventare nel 2019 Modie di Top Boy (nella versione prodotta da Drake).
Se come si dice “la somma fa il totale”, Dave racconta tutto questo in un misto tra spoken word e rap su delle basi fatte di pianoforte e poco altro – molto spesso co-prodotte da lui – ma senza scadere nel preacher(quello che il padre faceva di mestiere). E Il suo ruolo in Top Boy in un certo senso è perfetto anche per questo.
Psychodrama, il cerchio che si chiude
Psychodrama da questo punto di vista è l’album d’esordio perfetto.
Dopo aver scaldato i motori con l’EP Game Over – che contiene tra le altre l’incredibile Question Time – a marzo del 2019 Dave pubblica il suo primo LP: 11 tracce che dicono molto di quello che vorremmo sapere su come vanno le cose nel XXI secolo.
E come vanno secondo il rapper del sud di Londra?
Beh, seguendo il concept da seduta psicanalitica la situazione non è assolutamente delle più rosee. Ascoltando in maniera sequenziale i brani si naviga in acqua estremamente agitate da quelli che sono i problemi della Londra moderna, ma non solo. Cosa significa essere un ragazzo nero di seconda generazione, com’è convivere con il crimine a stretto contatto nella propria famiglia oppure dover combattere contro una relazione violenta. Ma Dave non esita a parlare anche della propria fragilità o dei suoi disturbi psicologici e riesce a tenere toni più leggeri quando accompagnato dai giusti partner (J Hus e Burna Boy).
Il suo punto più forte è indubbiamente la scrittura. Giochi di parole e continue metafore sono il modo in cui Dave trasmette quello che dice senza risultare eccessivamente pesante. É un perfetto menestrello moderno, che riflette quelle che sono le tematiche di una generazione – in particolare afrodiscendente come lui – che vive la frenesia di una grande metropoli. Non affida alla fede o alle preghiere le le soluzioni ai problemi della comunità, ma anzi come un reporter e come fratello maggiore prova a capire le vie di uscita. In questo è molto più in linea con artisti della vecchia generazione come Kano, che ai nuovi rapper di successo come Stormzy e Guvna B.
Sì, ma il resto? È un disco d’esordio senza difetti?
Non proprio. La parte in cui Psychodrama è effettivamente carente sono le produzioni. Banali e forse poco curate in Voices e Screwface Capital –dove si alternano melodie banali a accordi di piano un po’ senza senso sul finale – e troppo vecchie in Black e Environment. Su queste ultime un po’ di giustificazione si può trovare nel grosso peso dato alle parole e al profondo significato, ma il risultato non resta facile da digerire. Nuova vita viene portata da Disaster e Location che vedono come featuring due apripista per la nuova generazione come J Hus – che al momento dell’uscita dell’album era in carcere – e Burna Boy. Certo non sarà proprio l’afrobeat che ha contraddistinto i due artisti ospiti, ma l’alternanza delle voci e ritornelli più melodici(soprattutto in Location) fanno respirare l’album. Streatham rivela quell’animo di strada che forse andrebbe ampliato di più, arrivando in maniera più diretta a quello che è il pubblico di riferimento.
Dave, e quindi?
Come annunciato da Psycho le tante anime dei brani si sentono molto e spesso non convivono per niente bene. Come lui ammette di dover lavorare su sé stesso anche a livello musicale si sente il bisogno di un miglioramento.
Psychodrama è un punto di partenza che mette già i paletti altissimi per il futuro. Stiamo parlano di un album che in termini di numeri è stato certificato disco d’oro ed ha debuttato al primo posto nelle classifiche. Come se non bastasse a settembre del 2019 è stato anche insignito del premio Mercury Prize, assegnato al miglior album britannico dell’anno. Quanti rapper l’avevano vinto in passato? 2, Dizzee Rascal con Boy in Da Corner e Skepta con Konnichiwa. Se le premesse sono queste, Dave non può che diventare sempre di più quell’icona giovanile di cui adesso le strade inglesi hanno bisogno.