Un fenomeno del passato è tornato da poco in una nuova forma
Nel 2006 l'industria discografica mondiale era in piena crisi. Le vendite dei CD erano in calo costante, le piattaforme di streaming non esistevano e la pirateria dilagava.
Vi era l'estrema necessita che qualcosa smuovesse il mercato, serviva appunto una scossa che andasse a fermare questa discesa costante dei profitti all'interno dell'industria discografica mondiale. E fu così che, del tutto inaspettatamente, arrivò il fenomeno delle suonerie, il cui protagonista era T-Pain. Sull'onda del suo successo, tantissimi artisti seguirono il suo esempio e cominciarono a creare della musiche fatte appositamente per diventare suonerie dei cellulari.
La stessa dinamica la stiamo vedendo ora proprio con Tik Tok, dove gli artisti stanno creando dei brani - ma sarebbe meglio chiamarli jingle - strettamente pensati per diventare virali all'interno della piattaforma.
“When I’m in the studio, I don’t finish the song and say, ‘That’s going to be a big ringtone.’ I don’t know if a song is going to be a hit or it’s going to flop. I never know. I just do the music and if people like it, they like it.”
T-Pain, noto anche per aver sdoganato l'uso massiccio dell' autotune, divenne "The ringtone king", arrivando a vendere milioni di suonerie con “Buy You A Drank,” “I’m Sprung,” and “I’m N Luv (Wit A Stripper)”. Più di quando abbia fatto attraverso le copie dei suoi dischi.
Le suonerie cominciarono ad esplodere all'inizio del 2000: prima con dei jingle molto simili a quelle dei videogiochi anni '80 e inizio '90, poi, più avanti, si capì che le strumentali rap si prestavano molto bene a questo utilizzo. In un epoca in cui ancora non esistevano gli smartphone e le miriadi di app, i giovani di allora, oltre alla possibilità di acquistarle dal web, si divertivano a creare suonerie attraverso delle funzionalità messe a disposizione dai vecchi modelli del Nokia.
L'esempio di T-Pain, dunque, creò un vero e proprio mercato e furono in tanti gli artisti a seguire il suo esempio, cominciando a creare brani pensati principalmente per diventare delle suonerie per il telefono. Molte aziende, attraverso la loro vendita - circa 3$ per 15 secondi di suoneria - guadagnarono enormi profitti fino almeno al 2008, anno in cui comincia una rapida discesa in funzione delle nuove piattaforme streaming.
Allo stesso modo questa dinamica si sta riproponendo ora con Tik Tok. Il colosso cinese è ormai è una solida realtà del mondo social, il cui utilizzo non è più circoscritto ad una precisa fascia d'età, ma si sta aprendo ad un pubblico sempre più ampio e adulto.
Le aziende e gli sponsor si buttano ormai a capofitto in questa piattaforma, il quale sta diventando sempre più centrale anche per l'industria discografica. In modo particolare molti artisti stanno creando dei veri e propri brani per diventare virali su TikTok. Le tracce devono rispondere solitamente a questi requisiti molto semplici: devono essere ritmate, con drop accattivanti, semplici e immediati, in modo tale da essere ballati in un video di massimo 60 secondi.
Sono tanti i casi ormai di brani ed artisti esplosi grazie alle continue condivisioni degli utenti. Da Lil Nas a Roddy Rich, passando per Doja Cat o l'esempio nostrano di Anna con "Bando". Questa dinamica ci riporta proprio a più di dieci anni fa, quando molti artisti creavano dei brani con il preciso intento di diventare suonerie dei cellulari e raggiungere così una fascia di pubblico molto più vasta.