Ce lo racconta NDG.
Spesso la vetta del disco d'oro sembra impossibile da scalare da soli. Per farcela serve l'appoggio di un'etichetta, la visibilità di un Talent. Eppure ci sono ragazzi che da soli, su strofe registrate su typebeat, sono riusciti a coronare grandi obbiettivi. NDG, che con la sua “Panamera” ha raggiunto 20 milioni di stream, ci dimostra che non è facile ma nemmeno impossibile. Quando è uscito quel pezzo aveva 18 anni e ha fatto tutto da indipendente. Adesso è cresciuto, sta esplorando nuove sonorità insieme al suo producer Ayden Lau ed entrambi hanno firmato da poco il primo contratto discografico. Qui ci racconta di questo percorso, da quando la firma era soltanto un sogno lontano.
Gli chiedo dove e come nasce NDG. “Eh difficile” risponde, “intanto prima di NDG nasce Nicolò. NDG rispecchia quello che sono, non è un personaggio fatto e creato. Nasce tra i banchi di scuola, il rap come uno sfogo, e poi pian piano è andata evolvendosi la cosa e sono nato io. Ho iniziato prima a caricare dei pezzi su youtube, il primo a gennaio 2018 sempre su typebeat. Poi nel 2019 ho deciso di fare sul serio e di buttare fuori 3 canzoni che sono: “Ruggine”, “Corone d'alloro” e poi “Panamera”, che mi ha fatto scoppiare.
Visto che ha citato “Panamera” gli chiedo in che modo ha gestito la distribuzione del singolo. “Abbiamo fatto tutto da indipendenti” spiega NDG. “Se n'è occupato un altro ragazzo della distribuzione però abbiamo fatto tutto noi. L'abbiamo lanciata il 25 marzo e a Giugno ha avuto il suo apice, a scoppio ritardato praticamente. È stata una delle hit estive dell'anno scorso, anche se non sarebbe da hit estiva, anzi ha un mood molto malinconico. Una trap melodica, romantica”.
“Per quanto riguarda quello che sta intorno al pezzo: grafiche, promozione, ti sei affidato a qualcuno?” domando. “Si diciamo che io mi ero creato già un team, poi come sai nel mondo del lavoro spesso molte cose cambiano” spiega NDG. “Il mio grafico è rimasto tutt'ora Alberto, che è un grande e ringrazio. Insieme stiamo continuando su un determinato progetto e mi sono affidato a lui già dal primo pezzo su spotify. Per il resto posso dire che io non ero proprio pronto a questo. Nessuno se lo sarebbe aspettato, stavamo lanciando della musica ma la prom non era mirata. Ora pensando a un anno fa non mi riconosco neanche più in quel ragazzo che non sapeva proprio dove appoggiarsi. Lo scoppio di “Panamera” è stato del tutto inaspettato e questo ha creato benefici ma anche cose negative. Dovevo per la prima volta approcciarmi ad un mondo che non conoscevo così bene... però dopo un anno penso di sapere cosa voglio e conoscere meglio questo ambiente discografico così complicato. Ho badato a tutto da solo con l'aiuto di alcune persone e poi con lo scoppio ci sono state le varie etichette discografiche che mi hanno contattato e così via”.
“In generale pensi che sia importante l'appoggio di una casa discografica per un artista?” chiedo. “Secondo me sì” afferma Nicolò. “Più che altro soprattutto agli inizi. Per un ragazzo così giovane come ero io, che pensavo alla musica e basta, magari sì. Comunque io consiglio a tutti i giovani musicisti in italia, casa discografica o meno, di imparare meglio questo mondo, com'è gestito, come funzionano le cose, non concentrarsi solo sulla musica perché c'è il rischio che poi della gente se ne approfitti o di non capire bene quello che si sta facendo. Io consiglio di farsi da soli. Invece di chiedere a una persona di farlo al posto tuo, fallo te, vai in uno studio, magari paga solo per le registrazioni però poi fai tutto te. Forse ci metterai un po' di più però trova il modo per distribuirti da solo e per poter essere indipendente veramente. Spesso ci sono situazioni in cui tu credi di essere indipendente invece dipendi da altre persone di cui hai per forza bisogno, casa discografica o meno. Poi le discografiche credo siano una conseguenza, sta a te decidere se intraprendere quel percorso o meno, partendo però da una base in cui sei più solido. Io invece ero un ragazzo che non conosceva così bene questo mondo”.
“Da poco hai firmato con la Sugar, sono cambiate molte cose rispetto a prima?” domando. “Nel mio approccio alla musica no.. Cioè siamo cresciuti in studio non grazie all’etichetta. Abbiamo il nostro discografico che ci sta sempre appresso ci aiuta un sacco. Il mio team è rimasto lo stesso col mio amico Alberto alle grafiche, Ayden alle produzioni. Adesso abbiamo una squadra più forte che ci supporta e che ci spinge e questo sicuramente è un plus. Poi la Sugar ci è piaciuta da subito, come lavora, come sostiene i progetti”.
“Cambiando discorso. A maggio è uscita “In Fissa” con Ayden Lau. Hai definito il brano come “un nuovo inizio”, cosa intendevi?” chiedo. “nuovo inizio” lo intendevo a livello di significato. Sono cambiate tante cose, ma preferisco non parlarne” sottolinea. “Fa anche parte di un cambio di sound che però è iniziato con “Troppo Tempo”, che è la prima traccia in etichetta, la prima prodotta con Ayden Lau. Dopo il boom di “Panamera” ho iniziato a fare un lavoro più specifico insieme a Ayden e stiamo lavorando ad un riferimento urban, più latin, quindi sono usciti i pezzi “Troppo tempo”, “Cuore Nero”, “In fissa” che si spostano verso un altro tipo di sound”.
Ayden Lau è lì con lui, sfrutto l'occasione per chiedere ad entrambi di parlarci del loro rapporto, dei loro punti di forza. “Di solito il produttore manda il beat al rapper che gli rimanda indietro la strofa allora a quel punto la mixa ed è pronta. Noi ci becchiamo in studio...poi siamo prima amici che colleghi, quello penso sia la cosa più importante” risponde per primo Ayden. “Quella è la cosa più bella, alla base di tutto” ribadisce NDG. “Poi quando siamo in studio si crea proprio un'alchimia bella, è qui che inventiamo le top lines. Diciamo che, se “Panamera” era frutto della mia ispirazione, dei miei sentimenti in quel momento per una delusione amorosa, che ho registrato su un typebeat di cui poi ho comprato l'esclusiva, con Ayden posso dire che ho imparato a lavorare in studio e questa cosa secondo me per un artista è importantissima. Se vai in uno studio per andare a registrare una canzone te c'hai quelle ore e devi farlo lì. Invece così si crea, oltre all'amicizia, quell'alchimia sul sound. Hai modo di sperimentare molto di più, di divertirti”. “Sono più le session dove non facciamo nulla” commenta Ayden, ridiamo. “comunque noi italiani penso che siamo quelli che si avvicinano di più al mondo spagnolo, al mondo latino perché abbiamo le stesse origini” sottolinea Ayden. “Secondo me non c'è mai stato un approfondimento, ci si è sempre fermati alla punta dell'iceberg mentre noi vogliamo approfondirlo di più”.
“Come vi siete conosciuti?” chiedo. Risponde Ayden:“All'inizio mi aveva snobbato” ridono. “Però dopo ho fatto un favore ad una conoscenza in comune e in cambio le ho detto “fammi venire NDG in studio”, due anni e mezzo fa”. “Prima di “Panamera”, quando le canzoni tiravano un po' a Roma” aggiunge NDG e Ayden continua: “Gli proposi di provare una strofa su un mio beat insieme ad altri due rapper che avevo sotto l'ala e niente, lui penso sia rimasto colpito da come lavoravo”. “Si, son proprio rimasto colpito dal fatto che ti dicevo prima: che son riuscito a non solo andare in studio a lavorare ma anche a divertirmi, a creare nuove cose da zero” afferma Nicolò. “Mi ero visto con diversi producer però non si era mai creata quella cosa. Invece in quella session ho pensato “cavolo qua possiamo fare qualcosa”. Poi da là è nata la collaborazione. Pensa che un po' di tempo fa ci siamo messi ad ascoltare vecchi pezzi e ci siamo messi a piangere” ridono. “Secondo me la cosa figa è stata anche che io non ho mai ascoltato tanto rap. Io vengo dalla Dance, faccio anche il Dj. Mio padre ha sempre ascoltato Dance anni 80 quindi ce l'ho avuta sempre dentro fin da piccolo. Quello secondo me è stato un punto di forza, lui veniva dal mondo rap e quindi abbiamo dovuto trovare un compromesso. Molte cose che piacevano a me non piacevano a lui e viceversa, venendoci incontro si è creato qualcosa di nuovo” conclude Ayden.
Cambiando discorso mi rivolgo a Nicolò: “Mi ha colpito molto il brano “Ruggine”, qui dici di star cercando te stesso, cos'è cambiato nell'ultimo anno? Continua questa ricerca?”. “Si la ricerca con se stessi è infinita secondo me” afferma NDG, “però sento di aver molta più consapevolezza del ragazzo che ha scritto “Ruggine”. Questo pezzo era il nuovo inizio dell'anno scorso, da qui mi sono detto “faccio sul serio”. Avevo già deciso che sarebbero usciti tre pezzi: “Ruggine”, “Corone d'alloro” e “Panamera”. “Ruggine” l'ho scritta sul treno tornando da un mio amico al nord e calcola è una delle canzoni vecchie, tolta “Panamera”, che piace di più e di cui mi parlano più spesso. Quel testo mi piace molto, anche se adesso mi ritrovo di più in quello che sto facendo ora, però ho della gente che già mi dice “mi manca quella roba alla “Ruggine”. Non la sento più troppo mia però non la rinnego, anzi, quando la sento mi viene una bella malinconia”.
“Quindi hai già persone che ti dicono di volere l'NDG di prima, nonostante pubblichi da poco tempo” commento. “Si esatto” continua Nd e ride. Infatti questa cosa mi spaventa. Diciamo non troppi, però ci sono quei fan di nicchia che mi seguono dalle prime challenge che facevo proprio su Esse Magazine, ai tempi ancora Sto Magazine, è qua che si è creata la prima piccola fanbase”.
“Per ora stai procedendo a singoli, hai in mente l'idea di fare un album in futuro?” domando. “Si abbiamo già in mente un progetto però non penso sia ancora il momento di lanciarlo” risponde. Allora chiedo a lui e Ayden: “Credete che gli album abbiano perso valore per la nostra generazione?”. “No assolutamente” risponde per primo Nicolò. “Per me con un album un artista può farsi conoscere di più a 360 gradi. Si, siamo nell'epoca dei singoli ma frega niente, un album è fondamentale. Infatti io scalpito all'idea di voler lanciare questo album ma allo steso tempo voglio che sia pensato alla perfezione, voglio che ci sia il me di adesso ma anche il me di prima e magari il me futuro. Voglio fare ancora più esperienze per portare un album ancora più completo e vario. Un album è una cosa importante che è brutto buttare nel momento sbagliato”. “Io penso che l'album più che un progetto sia un traguardo” afferma Ayden. “Anche secondo me bisogna aspettare ancora un altro po'”.
“Cosa consiglieresti ad un ragazzo che pubblica e vorrebbe farsi notare?” chiedo a Nicolò. “Allora consiglio intanto di tutelarsi perché la musica è come la propria figlia bisogna difenderla dagli altri” spiega NDG. “Assolutamente capire cos’è il mondo della SIAE e Soundreef, tutelare i propri diritti. Occuparsi della propria musica non solo quando si è in studio ma anche dal lato burocratico, magari facendosi aiutare anche dai propri genitori perché sono le persone che più ti vogliono bene e non hanno un doppio fine. Quindi organizzarsi di conseguenza per avere tutto in mano, distribuzione, diritti d’autore etc. Questo consiglio. E di impegnarsi. Non scendere a paragoni con gli altri ma pensare al proprio”.
“Visto che hai citato i tuoi genitori, loro ti hanno sostenuto da subito?” domando,
“Allora, mia madre forse un po’ di più” racconta, “mio padre inizialmente no. Mi prendeva in giro mi diceva “ma vai a lavorare” ride, “ma dopo "Panamera" è diventato un fan.. ha iniziato anche lui a condividermi sui social, che poi mio padre che usa i social…” ride. ”A parte gli scherzi, ottenere il suo appoggio è stato un traguardo paragonabile al disco d'oro”.
Infine parliamo di futuro, di progetti, sento che si stanno consultando tra di loro e , dopo aver ricevuto un “vai” come risposta, NDG mi da un'anticipazione interessante: ”Stiamo lavorando su un prossimo pezzo che uscirà a breve. Un remix di un pezzo italiano, una hit di altri tempi. Ci sarà una collaborazione internazionale con una star della musica latina” silenzio “non posso dire altro per adesso, però è un progetto grosso e ci teniamo tanto” conclude con voce sorridente.