Estero

Chief Keef è l'idolo dell'industria, ma non sembra importargli

Il potenziale di Sosa è enorme, ma perché non è mai del tutto emerso?

Articolo di
Federico Maccarrone
on
22
-
08
-
2020

Quanto conta oggi la street credibility? Per alcuni nulla, per altri tutto.

È un discorso complesso, sicuramente, però diviene impossibile non parlarne, quando si parla dell’argomento Chief Keef.

Sono sempre stato un grande fan di Sosa, perché mi ha sempre un certo senso di imprevedibilità, di istintività, che appaiono spettacolari, quando ci si accontenta di apprezzare il potenziale artistico, ma diventa realmente difficoltoso immaginare un’attitudine simile in un processo di crescita artistica e professionale.

Ho pensato ore al nome da dare a questo articolo: inizialmente la mia scelta era ricaduta su “Chief Keef e l’arte dell’autosabotaggio”, poi ho ripiegato su “Chief Keef è una promessa mancata, ma a lui non pare interessare”, ma infine ho cambiato prospettiva, concentrandomi sul fatto che a lui, dopotutto, non interessi nulla essere al centro della scena e dell’attenzione.

Sì, perché, per quanto si possa pensare che il suo operato sia distante da quello che ascoltiamo ogni giorno, la realtà è che il rapper ha messo le fondamenta e donato ispirazione a moltissimi dei più grandi rappers mondiali, divenendo, per i più un mito del rap odierno.

I drammi giudiizari di Sosa


L’avventura di Chief Keef inizia presto nel mondo dell’industria musicale e già questo esordio ha dei particolari che sottolineano il tipo di personaggio di cui stiamo parlando: il suo primo video viene girato all’età di 16 anni, quando il rapper si trova agli arresti domiciliari poiché, durante un controllo dei poliziotti, il cantante ha alzato la maglietta e ha mostrato la pistola agli agenti, per poi fuggire, cercando di far perdere le sue tracce.

Nonostante alcuni colpi esplosi dai poliziotti nell’inseguimento, il rapper ne esce miracolosamente illeso (condizione non scontata nei tempi attuali), ma è stato arrestato con l’accusa di aggressione aggravata contro pubblico ufficiale.

Durante il periodo di domiciliari ricollegato a quest’avvenimento, il nome del rapper ha cominciato a crescere, arrivando, grazie a un incredibile passaparola, a un pubblico molto più ampio, tanto da farlo cominciare a documentare tutto ciò che accadeva all’interno di casa sua e ponendo le basi di quell’immaginario di trap house che lo farà esplodere.


Prima di quest’avvenimento, però, il rapper era già noto alle forze dell’ordine, considerando che un anno prima, alla tenera età di 15 anni, era stato arrestato per produzione e vendita di sostanze oppiacee, più nel concreto di eroina, ma, considerando la sua età anagrafica, se ne era uscito senza grandi drammi.

Nel corso degli anni, il rapper ha nuovamente incontrato numerosi problemi con la legge, soprattutto per questioni ricollegate all’utilizzo di marijuana.

Come stavamo accennando già all’inizio, oggi il rapper si dimostra molto più tranquillo, se per tranquillo intendiamo che negli ultimi giorni Keef ha pubblicato diverse Instagram Stories, mentre utilizza un lanciafiamme in casa propria con fini goliardici e lo utilizza per accendersi blunt e joint.

Keef è il padre della drill


Non è solo la credibilità, è che il personaggio di Keef è talmente sui generis da non poter essere incasellato in un mondo solo.

Sosa, nel corso degli ultimi 10 anni, ne ha vissute di ogni sorta, ma è stato proprio questo bagaglio culturale a far innamorare il rap mondiale del suo immaginario.

L’ammasso di armi, droghe, violenza e volontà di rivalsa racchiuso nei suoi video è stata la scintilla che ha fatto esplodere l’immaginario di Sosa.

Poi c’è il lato musicale: il suo flow, il suo personaggio, le sonorità dei beats delle sue tracce sono diventate esempi magistrali di quello che oggi parzialmente definiamo trap.

Nel concreto, Sosa è ritenuto uno dei maggiori esponenti della drill di Chicago, città da lui denominata Chiraq.


Sono tutte queste componenti a renderlo assolutamente insostituibile all’interno del rap game globale e non è un caso che tutti impazziscano per il suo approccio alla musica e al successo.

Guarda qui il video di "Love Sosa":

Quanto è importante Sosa per Kanye, Uzi, WRLD e Pump?

Nel corso di numerose interviste, il rapper ha ricevuto lodi e messaggi di apprezzamento da molti big della scena.

Non è un segreto che Lil Pump abbia assunto molti dei suoi motti direttamente da Sosa, Lil Uzi ha sottolineato che gli deve moltissimo, tanto che, in “Luv vs. The World 2”, il rapper ha ripreso il brano “Kobe” di Chief, mostrandogli nuovamente dedizione e attenzione.

Anche il compianto Juice WRLD lo aveva eletto tra gli artisti che più di tutti lo avevano ispirato a livello di melodie, flow e attitudine.

Non male per un ragazzo che oggi ha solo 25 anni, no?


Ecco, l’avvenimento che però ha cambiato definitivamente la vita di Sosa è avvenuto una decina di anni fa, quando GOOD Music, e più in particolare Kanye West, si innamorò e volle captare il suo immaginario, dando vita a un remix che è da anni un evergreen del rap mondiale, cioè “Don’t Like”, contenuto in “GOOD Music: Cruel Summer”.

Questa posse track è divenuta l’emblema di uno dei momenti di apice della crew e ha spinto Sosa ad affacciarsi davvero al mercato discografico mondiale, dopo essere diventato un divo per la gran parte degli ascoltatori di rap.

Ascolta qui "Don't like" di Kanye West con Pusha T, Chief Keef, Jadakiss & Big Sean:


La scelta discografica di Keef è caduta su Interscope, che pensava di riuscire a farlo divenire l’idolo delle masse, creando un progetto ad hoc che potesse posizionarlo all’interno del mercato come un top seller.

La realtà è che, con il senno di poi, ci siamo tutti resi conto che Chief non è tipo da essere inserito nel mercato, perché, anche a causa della sua instabilità, non si riesce a canalizzarne appieno l’estro artistico e creativo.

Per questo motivo, il tentativo di Interscope di renderlo appetibile al grande pubblico fallì miseramente e portò Sosa di nuovo sulla strada dell’autonomia.

Il caso dell'XXL Freshman del 2013


In questo processo di progressivo avvicinamento alla realtà discografica, in realtà si è susseguito un paio di eventi discretamente esilaranti e ben rappresentanti della personalità di Sosa.

In primis, durante l’annuncio dei rappers designati per l’XXL Freshman del 2013, Keef figurò tra i selezionati, ma, nella giornata dello scatto della consuetudinaria foto in cui apparivano tutti i rappers prescelti, Chief non si presentò e obbligò XXL a inserirlo nella foto con un collage abbastanza creativo, che vi allego qui sotto.


Il caso di "Hate Bein' Sober" con 50 Cent e Wiz Khalifa

Un altro episodio di questo assenteismo ingiustificato si è manifestato durante le riprese di “Hate Bein’ Sober” con Wiz Khalifa e 50 Cent.

Avete idea di cosa sia successo?

Immaginatevi di dare appuntamento in mezzo al deserto a due leggende del rap per girare il video del tuo singolo di punta e poi decidere di non presentarti.

Lo fareste mai?

Guarda qui il video di "Hate Bein' Sober" (ovviamente senza Chief Keef):

Probabilmente no, ma Sosa non è un essere razionale e quest’avvenimento è stato storico nella carriera di Keef.

Questa scelta, inoltre, potrebbe essere stata anche d’ispirazione per altri artisti, tra cui anche Young Thug con la sua “Wyclef Jean”, in cui l’artista finge di non essersi presentato e di aver delegato la creazione del video direttamente al regista.

Guarda qui "Wyclef Jean" di Young Thug:

L'accordo mancato con Apple Music


Il maggiore nemico dell’uomo è l’autosabotaggio, la volontà mai espressa di mandare tutto a rotoli, per paura di non riuscire a gestire il successo o le novità.

Spesso, conseguentemente a questo comportamento vediamo anche del rimpianto ricollegato alle occasioni perse, ma non è questo il caso di Keef.

Il punto è che a lui non sembra interessare nulla di tutto questo, perché sembra vivere il tutto come un gioco.

Da cosa lo diciamo?

Dal fatto che, deliberatamente, il rapper abbia scelto di perdere alcune occasioni fondamentali nella propria vita artistica, partendo dalla bomba inesplosa dopo “Finally Rich” e arrivando al disinteresse verso le opportunità di marketing che gli si sono presentate.


Tra queste, sicuramente, il maggiore errore è stato quello di non rispondere affermativamente, quando Apple Music gli chiese di essere il primo artista a presentare in esclusiva il suo album sul portale di Cupertino.

Ancor oggi, quando gli domandano il perché abbia negato questa possibilità, il rapper non sa dare una risposta chiara e, forse, anche Apple era cosciente del fatto che Sosa non avrebbe mai accettato di buon grado una forma di marketing così incisiva.

Sta di fatto che la seconda scelta fu Chance the Rapper con il suo cult “Coloring Book” e l’accordo, a dire del rapper di Chicago, fu di un valore di circa 500 mila dollari.

Autosabotaggio o disinteresse?


Son convinto che l’importanza di un artista si misuri in forza dell’ampiezza della sua influenza e quella di Sosa è innegabile in tutto il mondo, considerando che basta vedere i tratti della nostra trap per capire che il suo immaginario è arrivato fino a noi.

Due giorni fa il rapper di Chicago ha pubblicato una nuova traccia, con la produzione di Mike-Will-Made-It, e, per la prima volta da tempo, sembra avere l'intenzione di volersi affermare sul serio e far performare bene la canzone.

Considerando la sua giovane età, Sosa ha ancora massima possibilità di affermarsi definitivamente nel rap mondiale, ma è innegabile che abbia perso ottime occasioni nel corso della sua carriera e questo, nonostante tutto, è un gran peccato.

Anche se a lui non pare interessi.

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Autore:
Federico Maccarrone

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